Articolo tratto da l'altracittà
“Ho sempre pensato che chi svolge un ruolo politico e amministrativo
lo debba fare in una logica di servizio alla cosa pubblica quindi in
favore della collettività. Ho sempre pensato che chi è chiamato a
governare Firenze sia al servizio della città e non che la città,
Firenze, sia a servizio e uno strumento utile al perseguimento di
ambizioni personali.” Si dimette così Claudio Fantoni, assessore del Comune di Firenze al bilancio, con un’accusa pesantissima al “giovane e nuovo” sindaco Matteo Renzi:
fare carriera politica con i soldi del bilancio comunale, quelli che
tutti noi versiamo pagando le tasse con estremo sacrificio.
L’ormai ex assessore al bilancio, scrive infatti nella lettera con
cui lascia la giunta. “Ho continuato a svolgere ostinatamente il lavoro
affidatomi, ma ad oggi con particolare riferimento ad insanabili
divergenze in ordine alle procedure e alle azioni da mettere in atto
relative alla gestione economica/finanziaria dell’ente, quindi alla sicurezza dei conti,
non posso che considerare venute meno le condizioni perché io possa
proseguire coerentemente nell’esercizio delle deleghe affidatemi, quindi
nel rapporto di collaborazione con il sindaco, Matteo Renzi”.
In sostanza Fantoni accusa il sindaco di spendere troppo per la sua
visibilità. Il sindaco naturalmente smentisce e lo sostituisce con Alessandro Petretto, economista ed ex presidente dell’Irpet nonché nome di spicco della destra PD (contraddistintosi per essere stato uno dei promotori del “Comitato del No” ai referendum per l’acqua). Parole al vetriolo arrivano anche da Sonia Nebbiai, la massima dirigente responsabile del bilancio che afferma
«Il problema che pone l’assessore riguarda gli investimenti e gli
equilibri finanziari. Se si continua a spendere con questo ritmo
rischiamo di sfondare il patto di stabilità».
Ed è proprio questo il punto. Per sostenere la sua candidatura a Primo ministro Matteo Renzi utilizza tutte le armi che può,
anche quelle di mandare in malora il bilancio comunale facendo spendere
più velocemente possibile ai propri dirigenti le risorse pluriennali a
loro disposizione. Del resto le elezioni politiche nazionali sono tra
pochi mesi e per il sindaco è necessario puntare solo sul consenso
facile, quello che si ottiene spendendo il massimo per inaugurare più
cose possibile nel minor tempo possibile. Alla faccia della
programmazione e del rispetto del bilancio comunale.
Certo non si tratta di una novità. Ricorda infatti Ornella De Zordo di perUnaltracittà: “Il comportamento del sindaco descritto da Fantoni è un déjà vu. La storia è nota e riguarda il pessimo bilancio della Provincia di Firenze dopo cinque anni di presidenza Renzi
volta tutta alla battaglia politica per diventare Sindaco della città.
Basti ricordare operazioni come quella che legava Florence Multimedia al
Genio Fiorentino che molti denunciarono come personalistica”.
Continua l’analisi di De Zordo “Le
dimissioni dell’assessore Fantoni non sembrano potersi ridurre a una
lotta tutta interna alle diverse correnti del Pd, ma sono piuttosto la
reazione di chi in coscienza non se la sente più di avallare scelte di
bilancio che reputa azzardate e strumentali. Le dimissioni di
Fantoni vanno per questo prese sul serio anche da chi non fa parte del
Partito Democratico, anzi vanno ben capite da tutta la cittadinanza
visto che sono motivate da critiche ad un bilancio che è quello del
Comune, cioè basato su soldi che sono dei fiorentini e che andrebbero
spesi per il bene della collettività. Per questo vanno chiarite
le specifiche motivazioni del dissenso con il sindaco Renzi, al quale
Fantoni rimprovera di voler anteporre una peraltro innegabile ricerca di
visibilità e prestigio personale, rispetto ad una oculata amministrazione delle risorse pubbliche”.
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