Alternativa Toscana
mercoledì 21 novembre 2012
Presentazione programma scuola a Pisa.
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lunedì 19 novembre 2012
La Toscana nel fango.
Articolo a cura del Gruppo d'Intervento Giuridico.
Lo sapevamo, eravamo stati avvertiti, ma in questi anni poco o niente è stato fatto.
La Toscana si è svegliata dentro un’altra tragedia, impregnata di
incuria, di trascuratezza, di sfruttamento in nome del
cemento e delle speculazioni. Adesso si contano gli enormi danni, ancora
una volta purtroppo anche umani. Non sempre la minima energia regala il
massimo rendimento, almeno non in natura.
La terra è bassa e faticosa, dicono i contadini, così anche la preziosa campagna toscana
è stata abbandonata, cementificata o ceduta all’agricoltura
industriale. Lo spopolamento delle montagne e dei boschi, lasciati a se
stessi senza alcuna manutenzione, causano ogni anno devastanti incendi e
situazioni pericolose per il territorio e per gli abitanti che lo
vivono, come le frane e le inondazioni.
Sentiamo di case e strade costruite sopra a corsi d’acqua, e piani urbanistici che sentenziano l’ineludibilità del consumo del territorio, diritti che sono senza revoche, costituiti dai privati o da potenti banche.
Nemmeno la civile Toscana
si è sottratta a questo, malgrado giorno dopo giorno assistiamo
a tragici eventi che si susseguono a un ritmo sempre più pressante. Non
ci vogliono molte tecnologie per capire che il territorio non è
infinito, e che la natura dell’acqua è quella di scorrere. Ci stiamo
pericolosamente lasciando portare alla follia nella deriva del massimo
sfruttamento, bypassando la legge dei ritmi naturali del mondo.
Anche la nostra mente vacilla. Ci siamo dimenticati che noi siamo
ospiti, e come tutti gli ospiti dovremmo lasciare come abbiamo trovato.
Da anni marciamo completamente come forsennati nel senso opposto,
distruggendo tutto ciò che possiamo, costruiamo in più invece di
mantenere quello che di buono già esiste, senza prevenire i possibili
disastri, senza investire in posti di lavoro per stabilizzare questo
territorio che è malato, senza bonificare preziose aree da recuperare.
Questi sono i futuri posti di lavoro. Invece l’unica cosa che sappiamo
fare è portare avanti grandi opere inutili che da anni prosperano, senza
se e ma - presto e bene.. – come dice il Governatore della Toscana Enrico Rossi (invece i contadini direbbero che il presto e bene non stanno facilmente insieme!).
Tutto questo contro il volere di migliaia di persone, lasciando il territorio avvelenato, abbandonato a se stesso, umiliato.
Tutto questo contro il volere di migliaia di persone, lasciando il territorio avvelenato, abbandonato a se stesso, umiliato.
Vi ricordate la difesa del Governatore per la costruzione della nuova
fabbrica Laika, con altro consumo di territorio agricolo, e con le tombe Etrusche
che andranno sfollate?! Un territorio così fertile, siamo nel cuore
del Chianti, vale molto di più di una fabbrica, anche come posti di
lavoro. Invece hanno fatto passare gli oppositori, gente competente
e attenta all’ambiente che li circonda, per degli incoscienti e faziosi
visionari. E questo accade ogni giorno.
Sentiamo di ponti dimenticati, binari abbandonati, strade che
spariscono nel nulla. Investiamo tutti i nostri risparmi in grandi
progetti inutili, come il fantasma del ponte di Messina, o come i
famelici Tunnel Tav, o come la stramiliardaria e isolata stazione AV Foster, sotto la bella Firenze,
città che il sindaco Renzi dice tanto di amare, però poi ha firmato
l’accordo per tutto il possibile (tanto poi il posto andrà a un altro, e
così via..).
Queste sono offese, non solo al mondo che ci ospita con tanta
generosità, ma all’intelligenza umana, e a chi resta un briciolo di
dignità e senso del futuro, ha il dovere di reagire e di ribellarsi.
Elena Romoli, Gruppo d’Intervento Giuridico – Toscana
giovedì 15 novembre 2012
Una Piana da Salvare, assemblea pubblica.
Informiamo che "Il nodo a
Nord Ovest" che opera presso la SMS di Peretola, ha deciso, con la Rete dei
Comitati organizzati
da Alberto Asor Rosa, di lanciare un appello, "UNA
PIANA DA SALVARE", che chiede la totale
conservazione dei "vuoti" presenti nella piana Prato-Firenze come misura
necessaria all'equilibrio territoriale e ambientale dell'intera
area metropolitana,
respingendo in particolare il previsto potenziamento
dell'Aeroporto Vespucci e adottando
una strategia che non richieda il
ricorso all'inceneritore di rifiuti.
L'appello
verrà illustrato
e presentato
VENERDI' 16 NOVEMBRE
Firenze, ore 17
in un'assemblea pubblica, organizzata da vari
comitati, che si
terrà presso la SMS di Peretola ( Via Pratese
48), con
la partecipazione del
prof. Alberto
Asor Rosa e dell'urbanista Vezio de Lucia.
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mercoledì 14 novembre 2012
mercoledì 7 novembre 2012
Firenze 10+10, ci siamo.
Tratto da altracittà.
Qui potete scaricare il programma definitivo.
Qui potete scaricare il programma definitivo.
Oltre 3.000 partecipanti provenienti da 21 paesi e da 215 tra organizzazioni, sindacati, reti e campagne attive in Europa. Quattro giornate di lavori, la stessa cornice di dieci anni fa, la Fortezza da Basso, ma un contesto economico e politico tutto diverso. Quando, nel 2002, i movimenti e le reti europee si diedero appuntamento a Firenze per dar vita al primo Forum sociale europeo, la crisi era, nelle proporzioni che poi ha assunto a partire dal 2007, solo una previsione rintracciabile nelle analisi dei movimenti sull’impatto prossimo della globalizzazione economico-finanziaria. Oggi, invece, è una realtà nella quale siamo tutti immersi. E’ per questo che l’incontro europeo “Firenze 10+10/Unire le forze per un’altra Europa” non vuole essere una commemorazione, ma un appuntamento che ha due obiettivi: rispondere alla crisi e alle politiche imposte dalle istituzioni dell’Ue, dalla Bce e dai governi nazionali con un fronte comune di forze sociali a livello europeo; creare alleanze per una strategia a lungo termine capace di costruire un’Europa sociale e dei cittadini. La presenza di tante realtà – reti, movimenti, sindacati, associazioni, ONG – di varia provenienza e composizione va intesa come una ricerca di convergenze e di lavoro comune verso una forte e diffusa mobilitazione antiliberista che si ponga in alternativa all’Europa dei banchieri, alla supremazia del mercato, alle speculazioni finanziarie, al fiscal compact e alle politiche di austerità.
I promotori dell’iniziativa
Dieci anni dopo il primo Social Forum europeo, siamo in un’altra epoca, travolti dalla più grave crisi dal dopoguerra. Per quanto riguarda l’Europa, con l’eccezione della Germania e dei paesi satelliti del suo sistema economico-industriale, le conseguenze della crisi sono ancora peggiori di quella che scosse il mondo a partire dal celebre crollo di Wall Street nell’ottobre del 1929. Non si tratta più di denunciare quanto stava per accadere (e che è puntualmente accaduto), ma di passare all’azione. Movimenti nuovi (“Occupy” e gli Indignados hanno poco più di un anno), reti di associazioni e ong che si battono per i diritti, sindacati – di base e confederali -, movimenti sociali e ‘alter-globalisti’, aggregazioni di economisti controcorrente e di lobbysti sociali, movimenti studenteschi, femministe, comitati per la difesa del territorio e contro le grandi opere “inutili e imposte”, intellettuali, operai, ecologisti e animalisti, coalizioni di cittadini che praticano l’economia solidale. Chi ha risposto alla chiamata di Firenze 10+10 è un mondo variegato di oltre 220 organizzazioni, sindacati, reti e coordinamenti, che attraversa tutta l’Europa, dalla Russia alla Croazia, dalla Norvegia alla Grecia, dai Balcani alla Turchia, passando per il sud del Mediterraneo, che dopo la primavera araba, sta vivendo una difficile transizione, dai risultati per nulla scontati, verso nuove forme di democrazia. Per la prima volta, infatti, nel 2013, la Tunisia ospiterà un Forum Sociale Mondiale, cosa impensabile solo un anno fa.
Unire i movimenti che attraversano l’Europa
Alleanze forti fra movimenti nuovi e attori tradizionali non si sono ancora prodotte. Nell’attivismo sociale ciascuno fa il proprio, senza lo scarto di iniziativa che la situazione renderebbe necessario, e urgente. I greci giocano la loro partita da soli, senza neppure un briciolo della solidarietà che ha fatto in altri tempi la storia dei movimenti popolari. Unirsi intorno a un progetto alternativo potrebbe essere possibile. Le proposte ci sono, costruite in anni di pensiero altro, di laboratori di altra economia e di altra società. Abbondano gli appelli, gli articoli, gli scritti, i convegni, la maggior parte dei quali convergenti sulle analisi e sulle proposte, sulla gravità del momento. Ma niente di questo riesce a trasformarsi in un fronte europeo di resistenza e cambiamento all’altezza della sfida. Firenze 10+10 nasce da qui, da questo sano e necessario realismo, dalla drammatica contraddizione fra ciò di cui ci sarebbe bisogno e ciò che invece è. Se il movimento a difesa della democrazia e dei diritti fosse forte e unito, non ci sarebbe bisogno di puntare su Firenze, a dieci anni dal Forum Sociale Europeo di Firenze: questo avrebbe da tempo trovato i suoi luoghi di incontro europeo, le sue forme di coordinamento, le sue unitarie azioni comuni.
Le proposte politiche concrete
A Firenze le reti europee di attivisti/e lavoreranno insieme: ci sarà la prima assemblea della Rete europea per l’acqua bene comune (che in Italia ha promosso il referendum); si riuniranno per la prima volta le campagne che si occupano del Debito pubblico in Europa (insieme alle campagne che dieci anni fa si battevano per la cancellazione del debito nel sud del mondo); verrà presentata una campagna per un Mandato Alternativo al Commercio per la prossima Commissione Europea; le varie iniziative sulla democrazia reale – dagli indignati del 15M e Blockupy Frankfurt, al movimento federalista europeo, al percorso “un’altra strada per l’Europa” – si confronteranno per rafforzarsi trovare azioni comuni; verranno lanciate alcune ICE – Iniziative dei cittadini europei (una sorta di referendum europeo)-, come quella sul reddito minimo di cittadinanza. Sulle cinque aree di convergenza (democrazia, debito/finanza, beni comuni sociali e naturali, lavoro e diritti sociali, l’Europa e il mondo) saranno individuate le azioni che raccolgono il maggior consenso. Il sabato, a partire dalle 18, sarà organizzata una manifestazione/occupy/festa in Oltrarno e tutta il Forum sarà ricco anche di eventi culturali, musicali e artistici.
Il format di Firenze 10+10: i 5 ambiti di lavoro
Sono 5 gli ambiti di lavoro del Forum, entro i quali sviluppare un primo livello di convergenze per l’azione. A questi 5 ne sarà affiancato un sesto: un gruppo trasversale di interconnessione aperto a tutti, che cercherà di far emergere una proposta comune di azione di breve termine e una proposta di strategia di lungo termine. I 5 pilastri – intorno a ciascuno dei quali si sta organizzando attraverso una mailing list e una sezione dedicata sul sito un lavoro di condivisione di contenuti – sono:
Democrazia in Europa – Costruzione di un “processo costituente” democratico dal basso e sviluppo di un patto e di un’assemblea europea dei cittadini; ricostruzione delle istituzioni europee al di fuori degli attuali trattati non democratici; migranti e cittadinanza europea di residenza; barriera democratica contro l’estrema destra, il neo-fascismo e il razzismo; ricostruzione della solidarietà sociale.
Finanza – debito – austerità - “Tribunale del debito”, audit del debito e della spesa pubblica; campagne contro le politiche di austerity e il fiscal compact; tassa sulle transazioni finanziarie; ecc.
Lavoro e diritti sociali - Lavoro e diritti sociali ai tempi della globalizzazione neoliberista e dell’austerità; sviluppo sociale sostenibile; patto sociale; reddito adeguato (salari, protezione sociale) ecc.
Beni comuni naturali e sociali + servizi pubblici – Fra cui terra, cibo, acqua, energia, clima e agenda post-Rio; la difesa dei territori contro le grandi opere inutili imposte; beni comuni sociali e difesa e reinvenzione dei servizi pubblici.
Europa nel Mediterraneo e nel mondo – Pace e sostegno alle lotte per diritti e democrazia; Guerra / pace e giustizia sociale; cooperazione internazionale e solidarietà, il commercio equo; la denuclearizzazione del Mediterraneo; il controllo sul commercio di armi; le rivoluzioni arabe; fermare le occupazioni; relazioni tra le diverse culture e identità (costruzione di un ponte verso il Forum sociale mondiale 2013 in Tunisia e verso il FSM-Palestina libera in Brasile). La dimensione di genere è trasversale a tutti i pilastri.
Il Forum giorno per giorno
Giovedì 8 novembre: mattina accoglienza partecipanti e sessione di apertura; momento pranzo e convivialità; pomeriggio attività auto-organizzate; tardo pomeriggio spazio di convergenza dei 5 pilastri; sera attività culturali e animazioni
Venerdì 9: mattina attività auto-organizzate; pranzo e convivialità; pomeriggio attività auto-organizzate; tardo pomeriggio spazio di convergenza per la proposta di azione e proposta di strategia comune; sera attività culturali e animazioni;
Sabato 10: mattina ed eventualmente primo pomeriggio presentazione del lavoro e delle proposte d’azione dei pilastri (in forma sequenziale per temi o attraverso un momento unico da costruirsi con metodologia innovativa); tardo pomeriggio Firenze 10+10 “in piazza”; dalle 18 festa in Oltrarno.
Domenica 11: momento finale e chiusura (modalità da definire). Pomeriggio: possibilità di incontro Alter Summit e della rete verso il World Social Forum.
Venerdì 9: mattina attività auto-organizzate; pranzo e convivialità; pomeriggio attività auto-organizzate; tardo pomeriggio spazio di convergenza per la proposta di azione e proposta di strategia comune; sera attività culturali e animazioni;
Sabato 10: mattina ed eventualmente primo pomeriggio presentazione del lavoro e delle proposte d’azione dei pilastri (in forma sequenziale per temi o attraverso un momento unico da costruirsi con metodologia innovativa); tardo pomeriggio Firenze 10+10 “in piazza”; dalle 18 festa in Oltrarno.
Domenica 11: momento finale e chiusura (modalità da definire). Pomeriggio: possibilità di incontro Alter Summit e della rete verso il World Social Forum.
Dove dormire e mangiare. Come muoversi
“Occupy my room“: 520 posti letto sono offerti gratuitamente ai partecipanti grazie alla Campagna “Occupy my room” per l’accoglienza di chi ha un budget ridotto per il pernottamento. L’invito a chi vive a Firenze e nei dintorni è quello di mettere a disposizione gratuitamente un posto letto o una stanza presso la loro casa. Un’occasione di incontro, semplice e informale, con la città e con i suoi abitanti. Hanno aderito alla Campagna 200 famiglie per circa 250 posti letto oltre ad alcune case del popolo, circoli e centri civici per altri 260 posti, così suddivisi: Circolo Il Progresso – 100 posti; Stazione di Confine – 40 posti; Centro sociale Il Pozzo, Le Piagge – 30 posti; Cdp Settignano – 25 posti; Riciclaggio e Solidarietà, Mani Tese – 20 Crc Brozzi – 15 posti; Circolo Primo Maggio Le Sieci – 15 posti; Circolo Arci Quinto Basso (Sesto F.no) – 15 posti.
Convenzioni per la ristorazione: all’interno della Fortezza saranno aperti il Bar Zenzero e il Self service Gerist, all’esterno sarà applicato il 10% di sconto sulle consumazioni presso: Cdp 25 aprile, Circolo Porta al Prato, Url San Niccolò, Cdp Settignano, Crc Brozzi, Circolo Risorgimento, Circolo Il Progresso, Circolo Arci Casellina
Convenzioni per la mobilità: Trenitalia: 20% per i singoli; 30% per gruppi 10-49 persone; 40% gruppi oltre 50 persone | ATAF: biglietto 4 giorni – euro 5 | Noleggio Bici: convenzione con coop Ulisse, 3 euro al giorno
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lunedì 29 ottobre 2012
Debito pubblico: se non capisco non pago
perUnaltracittà - lista di cittadinanza e la
Campagna di mobilitazione "Per una nuova finanza
pubblica" lanciata da Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Smonta il debito,
Attac Italia, Rivolta il debito
presentano:
Debito pubblico: se non capisco non pago
Campagna per una gestione sovrana del debito
Presentazione del kit prodotto dal
Centro Nuovo Modello di Sviluppo
con Francesco Gesualdi e Cristiano Lucchi
introduce Ornella De Zordo
Martedì 30 ottobre alle 17.30
Firenze - Palazzo Vecchio (Sala delle Miniature 3° piano)
Si narra che per colpa del debito pubblico ciascuno di noi, neonati compresi,
porti un debito di 33.000 euro. Non si sa a che titolo, né verso chi. Ma tutti
ci dicono che dobbiamo pagare. Anche a costo di perdere scuola, pensioni e
sanità. Sarà!... Ma a noi non pare accettabile pagare alla cieca. Prima
dobbiamo capire a chi e perché. Solo dopo possiamo decidere se e quanto pagare,
perché non è detto che tutto ci torni.
Attraverso la messa a punto di schede informative e la promozione di gruppi locali di sensibilizzazione, la campagna "Debito pubblico: se non capisco non pago" ha l'obiettivo di mettere tutti in condizione di capire il problema e dire la propria sulle vie per uscirne. Il documento chiave è rappresentato da un semplice Kit informativo gratuito sul debito che può essere scaricato, stampato, condiviso su facebook, e anche usato come dispensa ad uso personale o come mostra pubblica.
Attraverso la messa a punto di schede informative e la promozione di gruppi locali di sensibilizzazione, la campagna "Debito pubblico: se non capisco non pago" ha l'obiettivo di mettere tutti in condizione di capire il problema e dire la propria sulle vie per uscirne. Il documento chiave è rappresentato da un semplice Kit informativo gratuito sul debito che può essere scaricato, stampato, condiviso su facebook, e anche usato come dispensa ad uso personale o come mostra pubblica.
Martedì 30 ottobre alle 17.30 in Palazzo Vecchio Cristiano Lucchi dialogherà con Francesco Gesualdi, attivista e
fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo che presenterà il kit,
disponibile anche in formato cartaceo per chi interverrà. Introdurrà
l'incontro Ornella De Zordo, capogruppo della lista di cittadinanza
perUnaltracittà nel Consiglio comunale di Firenze.
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venerdì 26 ottobre 2012
A Capannori è nata l'associazione nazionale "Comunità rifiuti zero".
Articolo tratto dal sito di Alessio Ciacci, assessore all'ambiente del Comune di Capannori.
In un anno roddoppiato il numero degli enti aderenti. Nasce oggi ufficilamente a Capannori l’associazione delle comunità che guardano al futuro e contrastano lo spreco di materia in discariche ed inceneritori.
In un anno roddoppiato il numero degli enti aderenti. Nasce oggi ufficilamente a Capannori l’associazione delle comunità che guardano al futuro e contrastano lo spreco di materia in discariche ed inceneritori.
Promuovere attività mirate alla riduzione dei rifiuti, all’abbattimento della produzione di plastica, alla valorizzazione della filiera corta. Sono questi i principali obiettivi che si pone la nuova associazione “Comunità Rifiuti Zero” a cui hanno aderito 107 Comuni italiani, tra cui capoluoghi come Parma, Napoli, Benevento, La Spezia, e molte associazioni tra cui quella dei Comuni Virtuosi e l’Anpas. La neonata associazione ha visto la luce oggi a Capannori, dove avrà sede, nel corso di un incontro nazionale che ne ha approvato lo statuto.All’incontro, svoltosi nell’Auditorium dell’azienda Usl 2 di piazza Aldo Moro, hanno partecipato il sindaco di Capannori, Giorgio Del Ghingaro, il professore americano Paul Connett che ha ripercorso la storia della Zero Waste in America e in Europa, l’assessore all’ambiente del comune di Capannori, Alessio Ciacci, il coordinatore del Centro di ricerca Rifiuti Zero del Comune, Rossano Ercolini che essendo il referente italiano della ormai conosciuta strategia ha coordinato i soggetti che sono confluiti nell’associazione, e naturalmente i rappresentanti di numerosi Comuni e Associazioni.
Come ha spiegato uno dei esponenti del Centro di Ricerca Riccardo Pensa la nuova associazione interessa circa 3 milioni di abitanti. La provincia di Lucca è al terzo posto tra le province più rappresentate (con 9 Comuni aderenti alla strategia Rifiuti Zero, Capannori, Lucca, Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca, Villa Basilica, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Forte dei Marmi) dopo Napoli e Roma. Il numero di amministrazioni comunali che hanno sposato la strategia ideata da Connett è raddoppiato nel giro di un anno facendo registrare un vero e proprio boom nel 2011.
“Non posso che essere orgoglioso che il percorso Rifiuti Zero in Italia sia nato nel 2007 da Capannori – dichiara il sindaco, Giorgio Del Ghingaro. La nascita oggi dell’associazione nazionale delle ‘Comunità rifiuti zero’ è un risultato straordinario, perché dà vita ad un soggetto che rappresentando molti Comuni e quasi il 5% della popolazione italiana, può realmente incidere sul cambiamento culturale in ambito ambientale e particolarmente nel campo dei rifiuti a livello nazionale. Sono certo che questa nuova associazione potrà fare cose importanti per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini”.
“Oggi abbiamo scritto una pagina importante della storia del movimento Rifiuti Zero a livello nazionale ed internazione- afferma l’Assessore all’Ambiente Alessio Ciacci. In un anno abbiamo raddoppiato i comuni aderenti ed ogni giorno stiamo crescendo sia per quantità di enti ma anche in qualità del lavoro intrapreso e condiviso. Stiamo dimostrando che un’alternativa a discariche ed inceneritori esiste, ha vantaggi sociali, ambientali, economici ed occupazionali. Questa rivoluzione coinvolge ormai milioni di cittadini e promuove a livello regionale e nazionale una politica di vera sostenibilità. Siamo entusiasti che Capannori rappresenti sempre più un luogo di incontro, confronto e di riferimento per quanti in tutta Italia stanno inseguendo questo obiettivo. La strada da fare è ancora lunga ma i numeri ci dimostrano l’ottimismo della ragione e la bellezza di costruire una politica che guarda al futuro con la partecipazione attiva di tutti.”
La nuova associazione intende operare nel campo dell’assistenza, della formazione della promozione e della valorizzazione della cultura della strategia Rifiuti Zero, così come definita nella Carta internazionale di Napoli, dare assistenza alle amministrazioni comunali che vi hanno aderito per affrontare la questione del ciclo dei rifiuti, promuovere campagne di sensibilizzazione e informazione sulle buone pratiche nell’ambito dei rifiuti e creare una rete per lo scambio di informazioni tra Pubbliche Amministrazioni e soggetti privati. Infine, ma non certo per ultimo, dare un contributo fattivo alla formazione culturale di comunità che vedono nel bene comune ambiente il punto di riferimento principale per contribuire ad innalzare la qualità della vita di tutti.
L’elenco in via di aggiornamento dei comuni aderenti è qui pubblicato www.rifiutizerocapannori.it
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