Ci eravamo precedentemente occupati dei fusti contenenti materiali altamente inquinanti appartenti all'eurocargo Venezia della Grimaldi Lines, che lo scorso 17 dicembre sono finiti in mare in seguito a una mareggiata. Ora emergono nuovi particolari riguardo i 112 fusti contenenti tra gli altri catalizzatori di nichel e molibdeno. Essi, infatti, sarebbero stati individuati a nord-ovest dell'isola di Gorgona, anche se il condizionale è d'obbligo in queste occasioni, visto che è necessario accertarsi che si tratti proprio dei fusti della Grimaldi, e ciò si può fare solo con l'uso di una telecamera che scandagli il fondale, la cui profondità in quel punto supera i 400 metri. Inoltre bisogna incrociare le dita e sperare che i bidoni abbiano retto alla pressione e i materiali non siano già finiti in acqua, senza contare che il recupero risulterà comunque molto difficoltoso. Si tratta in pratica solo di un primo passo, ma il grosso del lavoro resta ancora da fare.
Rimane lo sconcerto per il fatto che a un battello contenente sostanze così inquinanti sia stato concesso di mettersi in mare in quelle condizioni climatiche, oltre che per il ritardo con il quale il gravissimo fatto è emerso. Ciò rende ancora più urgente fare pressione al ministro affinché blocchi le rotte a rischio, impedendo che autentici paradisi naturali come il Santuario dei Cetacei o il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano siano compromessi irrimediabilmente.
Per chi volesse approfondire segnaliamo l'articolo tratto dal sito senzasoste.
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