Le mafie hanno nascosto le armi
e puntano all'economia della Toscana
Quattrocchi: "Imprese appetibili per la criminalità organizzata". Nell'ultima relazione semestrale della Dia si segnala un forte incremento delle estorsioni. L'esecuzione in piena regola di Stefano Ciolli, prima tramortito e poi dato alle fiamme dai soci catanesi
di FRANCA SELVATICI
La bomba del 27 maggio '93 fu un vero e proprio attacco al cuore di Firenze. Oltre alle vite innocenti spezzate, ai feriti gravi e gravissimi, al terrore, all'orrore delle case devastate e divorate dalle fiamme, tutta la città antica fu colpita. Il tritolo sventrò gli Uffizi, fece tremare Palazzo Vecchio, sobbalzare la cupola della chiesa di Santo Stefano al Ponte. C'erano vetri e macerie ovunque. Fu come la guerra, peggio della guerra, disse il pubblico ministero Gabriele Chelazzi. Quella stagione di sangue è ormai lontana ma l'attacco della criminalità organizzata a Firenze e alla Toscana non si è mai fermato. E' proseguito sotto altre forme. Meno cruente, più sotterranee. Mimetiche, ingannevoli, insidiose, invisibili. Comunque allarmanti.
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