Pubblichiamo di seguito il comunicato emesso da Greenpeace sui rischi ambientali connessi all'ormai tristemente nota tragedia avvenuta all'isola del Giglio.
Nelle cisterne della nave ci sarebbero circa 2.400 tonnellate di
carburante. Lo sversamento di solo tre/quattrocento tonnellate di
carburante dal portacontainer RENA, in Nuova Zelanda,
ha ucciso circa 20 mila uccelli marini e inquinato decine di chilometri
di costa. L’emergenza ambientale che si profila nel caso della Costa
Concordia è tristemente simile a quella che ha seguito l’affondamento,
il 5 aprile 2007, della nave da crociera Sea Diamond a Santorini (Grecia) e ripropone la questione dei rischi causati dall’avvicinamento alla costa dei grandi traghetti.
Greenpeace chiede che venga messo a punto e attuato con urgenza un piano per lo svuotamento delle cisterne di carburante della nave e quindi la rimozione della medesima. Lo svuotamento delle cisterne, che potrebbe essere complicato se il carburante – a causa delle basse temperature – avesse assunto una consistenza semi-solida, deve essere avviato immediatamente, prima che eventuali mareggiate infliggano danni strutturali al relitto, causando la dispersione del carburante.
Ancora una volta denunciamo che in un’area teoricamente protetta come il Santuario dei Cetacei non esiste alcuno strumento per bloccare una nave con carico pericoloso se è in corso una tempesta, come nel caso della Grimaldi Lines, o impedire alle navi da crociera di avvicinarsi pericolosamente alla costa, come avvenuto per la Costa Concordia (leggi il rapporto).
Il Santuario dei Cetacei nasce da un accordo tra Italia, Francia e Monaco e dovrebbe tutelare l’Alto Tirreno e il Mar Ligure per le eccezionali caratteristiche ambientali dell’area. Purtroppo, è solo un “parco di carta”, senza alcuna misura di gestione efficace.
Greenpeace chiede che venga messo a punto e attuato con urgenza un piano per lo svuotamento delle cisterne di carburante della nave e quindi la rimozione della medesima. Lo svuotamento delle cisterne, che potrebbe essere complicato se il carburante – a causa delle basse temperature – avesse assunto una consistenza semi-solida, deve essere avviato immediatamente, prima che eventuali mareggiate infliggano danni strutturali al relitto, causando la dispersione del carburante.
Ancora una volta denunciamo che in un’area teoricamente protetta come il Santuario dei Cetacei non esiste alcuno strumento per bloccare una nave con carico pericoloso se è in corso una tempesta, come nel caso della Grimaldi Lines, o impedire alle navi da crociera di avvicinarsi pericolosamente alla costa, come avvenuto per la Costa Concordia (leggi il rapporto).
Il Santuario dei Cetacei nasce da un accordo tra Italia, Francia e Monaco e dovrebbe tutelare l’Alto Tirreno e il Mar Ligure per le eccezionali caratteristiche ambientali dell’area. Purtroppo, è solo un “parco di carta”, senza alcuna misura di gestione efficace.
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