Riprendiamo da l'Altracittà.
I lavori della Tav a Firenze? “Sono molto preoccupata per quello che
potrà accadere, visto quello che è già successo a Bologna e nel Mugello:
mi sembra assurdo esporre una città come questa a rischi del genere,
per un vantaggio solo apparente, minimo, quando altri, in realtà, sono i
veri grandi vantaggi che ci obbligano a subire tutto questo”.
Lo ha detto stamani a Firenze, a margine della presentazione di una
mostra, la direttrice della Galleria dell’Accademia, Franca Falletti,
rispondendo ai cronisti che le chiedevano se avesse paura che le
vibrazioni per gli scavi del tunnel potessero danneggiare l’ospite più
prestigioso del museo, il David di Michelangelo, così come da tempo
ipotizzato dall’architetto Fernando De Simone, esperto di costruzioni
sotterranee. In proposito, Falletti ha spiegato, ribadendo di essere
”più preoccupata per la città” che per la celebre scultura, che,
all’interno della Galleria le vibrazioni possono essere tenute sotto
controllo perchè – ha detto – noi abbiamo un monitoraggio continuo,
quindi nel momento in cui queste aumentassero ce ne renderemmo conto
subito e saremmo anche, immagino, in grado di fermarle”.
”Quello che non può essere fermato invece – è stata poi la
riflessione della direttrice – è il dissesto idrogeologico per il
territorio, che è il rischio più insidioso nella realizzazione del
tunnel e non credo sia stato adeguatamente calcolato, anche perchè per
calcolarlo bisognerebbe conoscere esattamente il terreno su cui poggia
la città e i suoi circondari; e non mi risulta che questa indagine
conoscitiva sia stata fatta”.
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