lunedì 31 ottobre 2011

Joseph Halevi a Firenze

perUnaltracittà - lista di cittadinanza | Democrazia Km Zero
nell'ambito del ciclo di appuntamenti per approfondire i temi della crisi economica e finanziaria

organizza l'incontro

Europa tossica: crisi del capitalismo, crisi del debito, crisi della politica

DE-FINANZIAMO L'ECONOMIA DEGLI STATI
Pierluigi Sullo intervista l'economista Joseph Halevi
Introduce Ornella De Zordo


Giovedì 10 novembre 2011, ore 16.30
Palazzo Vecchio, Sala delle Miniature


La crisi economica in Europa è la crisi del debito sovrano, ma è anche una crisi di sistema, e l'Italia è uno degli epicentri. La Banca centrale europea e le istituzioni sovranazionali dettano ricette agli Stati fondate sull'erosione dei diritti e la riduzione del welfare. Dove condurrà una simile politica economica? Saprà risolvere gli attuali problemi o aggraverà la situazione di milioni persone? Ne parliamo con Joseph Halevi, un'occasione unica per incontrare l'economista dell’Università di Sydney, per poche settimane in Italia, uno dei pochi che ha sapauto prevedere con molto anticipo la crisi esplosa nel 2008 e che ha denunciato l'uso della "cartaccia" finanziaria che ha gonfiato i bilanci di banche e fondi di investimento.

venerdì 28 ottobre 2011

Buone notizie da Napoli






COMUNICATO STAMPA




Napoli come Parigi, l'acqua è di nuovo pubblica




Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e il Comitato Acqua Pubblica Napoli salutano con gioia e soddisfazione il voto del Consiglio Comunale di Napoli che ha approvato, sostanzialmente all'unanimità, la trasformazione dell'azienda "Arin S.p.a." in “Acqua Bene Comune Napoli”, un ente di diritto pubblico che gestirà le risorse idriche.
Si tratta delle prima effettiva attuazione del voto referendario, e della volontà di 27 milioni di cittadini, in una grande città: a Napoli l'acqua torna pubblica.
Si compie il primo, storico, passo verso la ripubblicizzazione del servizio idrico nel nostro paese.
Ci aspettiamo adesso che tutte le altre città seguano l'esempio napoletano e che oltre alla ripubblicizzazione si vada nella direzione di una reale partecipazione dei cittadini e dei lavoratori nella gestione del Servizio Idrico Integrato.
Da oggi, 26 ottobre, inizia il percorso della gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, a cui tutti i cittadini e tutte le cittadine saranno chiamati a contribuire.
L'acqua torna ed essere un bene comune e nessuno, d'ora in poi, potrà dire che non si poteva fare. Su acqua e referendum indietro non si torna.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Comitato Acqua Pubblica Napoli



Napoli, 26 ottobre 2011

venerdì 21 ottobre 2011

Dopo il 15 ottobre. Bilanci e prospettive.

Quello che segue è il comunicato che l'Ufficio Centrale di Alternativa ha diramato a seguito dei noti fatti di Roma.

La manifestazione del 15 ottobre, cui ha partecipato una folla enorme, senza precedenti negli ultimi anni, è stata violentata, e infine impedita, da un gruppo di individui mascherati e incappucciati che ha prima devastato il percorso del corteo - anticipandolo e facendo terra bruciata - e, infine, impossessandosi della Piazza San Giovanni,ha impedito l'accesso ai manifestanti e ingaggiato una folle battaglia con le forze dell'ordine che, fino a quel momento, erano rimaste lontane dalla manifestazione. La dinamica degli eventi dice dunque con assoluta chiarezza che gl'incappucciati avevano scelto come obiettivo proprio la manifestazione e non i “palazzi del potere”, che non sono stati né scalfiti, né insidiati.

Una minoranza - di incerta composizione, ma guidata da manipoli non improvvisati di irresponsabili - certo esigua rispetto all'imponenza della rappresentanza di un'Italia plurale e pacifica che stava marciando a Roma, ha espropriato proditoriamente la manifestazione. A causa loro, non è stato possibile creare – come invece avviene in decine di altre città nel mondo – una presenza stabile di cittadini in piazza, organizzata come un presidio in grado di dare una voce duratura a una grande massa di cittadini.

Ciò che è avvenuto in Piazza san Giovanni è stato dunque un attentato grave contro la democrazia e contro il movimento di protesta.

Il significato della grande protesta popolare è stato così stravolto, offrendo su un piatto d'argento, ai responsabili della crisi, alla casta politica, ai media conniventi, la possibilità non solo di strillare contro i violenti, ma di accomunare ai violenti 500mila persone che violente non erano. Le parti del corteo che venivano via via coinvolte negli scontri hanno infatti reagito, si sono ribellate, hanno cercato di impedire vandalismi e violenze. Purtroppo il carattere plurale, in gran parte improvvisato, dovunque composto, della manifestazione, ha offerto il fianco all'offensiva dei provocatori, dei prevaricatori e degli sprovveduti che vi si sono associati. I movimenti e le organizzazioni di questa Italia plurale, saggia e democratica, dovranno riflettere, in futuro, sulle forme di autodifesa contro simili aggressioni, che minacciano di ripetersi.

Le immediate reazioni di settori della casta e del governo, che hanno subito proposto l'introduzione di norme liberticide, testimoniano del danno che tutti abbiamo già subito. Ma noi crediamo che il giudizio da tenere fermo, di fronte agli attacchi del potere, sia che coloro che impediscono la legittima espressione della volontà democratica del popolo non fanno parte, semplicemente, dei movimenti. Essi ne sono, inequivocabilmente, gli avversari, quali che siano le motivazioni – sempre che ve ne siano – che accampano e accamperanno.

Il nostro punto di riferimento è la Costituzione della Repubblica, quella che è stata già ripetutamente stravolta e offesa dalla casta di destra e di sinistra, ma che noi difendiamo nella lettera e nei principi originari, con particolare riferimento, in questa circostanza, agli articoli 17 (“diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi”) e 18 (divieto di associazioni “che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”).

Respingiamo le reazioni ipocrite del Palazzo e dintorni. Tutto ciò avviene, in primo luogo, perché l'Italia è malata e senza un medico curante, guidata da eversori, da corrotti, da pregiudicati, incapace perfino di difendere la propria sovranità di fronte alle pretese della Banca Centrale. L'illegalità scende dall'alto. E la violenza, nei fatti, promana dagli atti provenienti dalle stanze del potere, colpendo ormai gran parte della popolazione.

In futuro si dovrà tenere conto della parte gravemente negativa dell'esperienza del 15 ottobre.

In primo luogo facendo in modo che ogni manifestazione – ed è evidente che ad esse non rinunceremo – sia il risultato di decisioni democratiche e autonome dei movimenti: chi non rispetta le decisioni comuni si pone automaticamente fuori da quella manifestazione.

In secondo luogo lavorando per costruire nuove forme di aggregazione, di manifestazione, di rivendicazione, moltiplicando e differenziando le forme di lotta e graduandone democraticamente i livelli di radicalità. I grandi incontri nazionali, pure necessari e ai quali non è possibile rinunciare, offrono il fianco ormai a provocazioni che anche piccole minoranze di vandali possono portare a compimento. E dunque si dovrà tenerne conto, specie in previsione di un inasprirsi della crisi finanziaria, politica e sociale del paese.

Il movimento del 15 ottobre rivendica il diritto di uno spazio politico per coloro che rifiutano il pagamento della parte di debito pubblico in mano alla finanza internazionale. Illegittimamente costruito dalle élites politico-economiche e riversato sulle nostre spalle. Ogni azione violenta avrà come unico effetto quello di ridurre questo spazio.

Certo l'azione degl'incappucciati ha lesionato e creato incertezza e inquietudine tra i milioni di cittadini che questo spazio politico stanno cercando, al di fuori e contro i partiti di destra e sinistra che accettano supinamente il diktat della Banca Centrale Europea e dei grandi circoli finanziari del pianeta, ma ha provocato danni seri anche nei e tra i movimenti che, pur tra grandi difficoltà e contraddizioni, hanno promosso la giornata del 15 ottobre.

È certo che una riflessione autocritica s'impone anche a quel livello.

Alternativa lavorerà, con le forze di cui al momento dispone, per contribuire a ricostruire un percorso unitario. La crisi che si delinea, non solo in Italia, è così grande e molteplice; i pericoli, tra cui quello di una guerra, sono così numerosi, che noi non possiamo lasciare spazio ad azioni inconsulte e disperate, meno che mai a provocazioni. Centinaia di migliaia di persone, presto saranno milioni, si aspettano di trovare una maniglia cui aggrapparsi. Dobbiamo fare ogni sforzo, tutti insieme, per crearla.

L'Ufficio Centrale di Alternativa.

18 ottobre 2011

Link all'originale.

giovedì 13 ottobre 2011

Manifestazione nazionale del 15 ottobre.

Per chi fosse interessato a partecipare alla Manifestazione nazionale del 15 ottobre degli "Indignati", che si terrà a Roma, e alla quale aderisce ufficialmente anche Alternativa all'interno del Coordinamento 15 ottobre, è possibile contattare gli organizzatori dei gruppi che partono da Firenze all'indirizzo mail 15ottobre.logistica@gmail.com, oppure scrivere sulla bacheca della pagina facebook appositamente dedicata.




Per chi rimane a Firenze l'appuntamento è in Piazza Sant'Ambrogio alle 11.

sabato 8 ottobre 2011

Giulietto Chiesa: "Imparare a informarsi per uscire dalla crisi".

Vi proponiamo il resoconto dell'intervento di Giulietto Chiesa, tenuto venerdì in occasione del Festival "Un Futuro Migliore", di cui vi avevamo dato notizia. Il resoconto è apparso sul sito web del quotidiano indipendente Pisa notizie:


Presso l’aula Magna della Facoltà di Scienze nel pomeriggio di ieri (venerdì 7 ottobre) Giulietto Chiesa, giornalista ed ex corrispondente da Mosca della Rai, ha parlato di informazione e di come quest'ultima stia cambiando con l’utilizzo di internet e delle nuove tecnologie digitali nell'ambito del festival "Un Futuro Migliore", organizzato dall'Associazione Creta di Pisa.

Lo hanno preceduto e poi seguito, nell'ordine, Pino Strano della Rete dei cittadini ed Enrico Santus della rivista universitaria "Aeolo", che hanno illustrato al pubblico presente due esempi concreti di informazione nata dal basso.

Chiesa ha aperto il suo intervento andando subito al cuore della questione: "Il centro del potere mondiale è in mano a chi controlla l'informazione. Come dire, 'chi tocca i fili muore' per chiunque volesse ledere con la sua libera iniziativa questo assunto. Ma il punto è determinante e riguarda la sopravvivenza stessa di coloro che vivranno in questo mondo nei prossimi 25 anni".

"Siamo gli abitanti - ha poi specificato - di un pianeta in cui molti credono di vivere nella realtà, e invece vivono nella virtualità, ovvero in Matrix".

Il discorso, secondo Chiesa, riguarda l'esercizio stesso della democrazia, per il quale l'informazione dovrebbe rappresentare un riferimento continuo: "La stragrande maggioranza del Paese non sa nulla di quello che sta accadendo. Non ci potrà mai essere democrazia, se coloro che la devono esercitare sono ignari del luogo dove vivono. Dunque, la prima domanda alla quale dobbiamo rispondere è: dove viviamo?".

"Da cittadini, nel corso di mezzo secolo - ha spiegato così Chiesa - siamo stati trasformati in consumatori, comprati e venduti tutti i giorni. Noi siamo 'contatto televisivo umano' e come tali veniamo acquistati a pacchetti".

La questione, secondo il giornalista, non riguarda solo la condizione dei cittadini, ma è riconducibile a un quadro ben più ampio che ha le sue origini nella seconda metà del Ventesimo Secolo, quando il capitalismo mondiale ha eretto una serie di strategie di difesa contro le forze a esso antagoniste: "Tutto è stato calcolato, programmato, realizzato: andate a leggere il "Memorandum Powell" del 1971 (dove l'avvocato della Camera del Commercio degli Stati Uniti sintetizza in poche pagine l’origine dell’attacco al Sistema della Libera Impresa e propone una serie di soluzioni da attuare, ndr.), lì c'è già scritta ogni cosa. Scoprirete così che il programma di conquista rivolto dalla 'libera impresa' all'informazione si è del tutto realizzato. L'essere umano da 'homo legens' è stato trasformato in 'homo videns' e per uscire da questa condizione l'unica salvezza è acquisire consapevolezza, imparare a informarsi".

Da qui, dunque, una prima deduzione: "La rete non è il luogo della sapienza. Piuttosto è uno spazio dove si trovano enormi quantità d'informazioni, ma senza alcuna qualità 'reale'. La rete infatti non insegna a studiare, non ha in sé gli strumenti per insegnare la scelta, il metodo".

E, allo stesso tempo, il bisogno di fare chiarezza rispetto a certi "pericolosi luoghi comuni": "Bisogna liberarsi da una serie di illusioni: le tecnologie non renderanno mai l'uomo libero, perché esse hanno dei padroni e questi le usano secondo i loro interessi. Internet, in sintesi, è una 'struttura proprietaria'. Quando si dice che internet è 'uno spazio di libertà' si commette un errore politico".

Poi, l'analisi di Chiesa si sposta sulla fase attuale: "Siamo in un momento di transizione. La televisione si sta trasferendo nella rete. Lo strumento di controllo di massa per eccellenza sta traslocando armi e bagagli sui nostri computer".

In chiusura, Giulietto Chiesa concentra la sua attenzione sui movimenti di contestazione che a livello mondiale stanno portando nelle piazze la loro voce di dissenso verso la crisi che attanaglia le loro esistenze, anche in riferimento al prossimo appuntamento romano del 15 ottobre prossimo: "Ci sono le avvisaglie di primi sintomi di risveglio, soprattutto da parte di chi ha detto: 'noi non paghiamo il debito'. E perché lo ha detto? Perché ha preso coscienza di quanto sta accadendo alla nostra nazione e al mondo intero. La recessione avanza inesorabile. Da parte nostra, molti di noi sanno solo che c'è questo enorme debito da pagare; ma come ne possono discutere se non ne conoscono la causa, la composizione, le conseguenze? Solo sapendo si può decidere della propria vita. Ed è per questo che chi sa, ha potuto dire con consapevolezza: 'io non pago'. Sono le persone che in virtù del loro 'sapere' potranno riaprire il conflitto sociale, in risposta a una crisi che, a confronto, quella del '29 sembrerà uno scherzo da bambini".

Qui trovate l'originale.

venerdì 7 ottobre 2011

Ragazzi che tengono testa agli adulti

Dal Corriere Fiorentino:

Ci sono andati giù belli pesanti. Non hanno usato tanti eufemismi né perifrasi. Dritti al bersaglio, senza troppi giri di parole. Schietti e passionari, diretti e sfrontati.

Un gruppo di presidi fiorentini, noti ormai come «i diciotto», ha scritto una lettera a tutti gli studenti affinché si astengano quest’anno dalla reiterata, abusata, scaduta e ormai desemantizzata occupazione delle scuole. E un collettivo che raggruppa gli iscritti a cinque scuole superiori di Pontedera ha risposto per le rime. Ma voi dove eravate — hanno chiesto ai diciotto dirigenti firmatari — quando a poco a poco la scuola veniva scippata, derubata, quando a poco a poco tagliavano i bilanci, le ore, i professori, i banchi, la carta, le iniziative? Voi dove eravate mentre aumentavano le spese militari, le spese per la politica, le spese per le scuole private, per i privilegi, per le caste? Dove eravate quando si precarizzava il lavoro nel nome del libero mercato e della concorrenza, quando i vostri diplomati non sapevano dove sbattere la testa per trovare un lavoro? Dove eravate quando la cultura, che noi difendiamo, era calpestata, derisa, ridicolizzata da grandi fratelli e idiozie televisive, quando l’informazione si faceva sempre più disinformazione di regime?
Forse dietro scrivanie ad applicare circolari contraddittorie al buon senso, contrarie a chi vuol difendere il diritto di una scuola pubblica di tutti e per tutti. La vostra generazione ci consegna un Paese sull’orlo di un abisso economico, pieno di privilegi e di marciume, una mignottocrazia dove la cultura, quella che noi vogliamo difendere, ha meno valore di un calciatore panchinaro del Frosinone o di una velina semiscoperta di un programma in tarda serata. Hai capito, gli studenti. Ci sono andati giù belli pesanti. Non hanno usato tanti eufemismi né perifrasi. Dritti al bersaglio, senza troppi giri di parole. Schietti e passionari, diretti e un po’ sfrontati, come sanno esserlo solo i ragazzi, quando hanno qualcosa da dire e osano dirlo. Di più: osano metterlo nero su bianco. Mi piacciono i ragazzi quando tengono testa agli adulti con argomentazioni sensate. Mi piacciono quando non limitano la loro protesta all’occupazione abusiva sgraziata e irrispettosa di uno spazio destinato a tutti, ma vanno oltre e scelgono la strada migliore da percorrere: la strada della parola. Come sono belle, le parole. Come riempiono una testa, una stanza, una città, tutto il mondo.
Come sono potenti, specialmente quando sono scritte bene, quando rispettano le regole della grammatica e non trascurano la punteggiatura. Quando insieme ai contenuti governano anche la forma. Quando osano coniare neologismi perché l’idea sia resa meglio. Questo devono fare, gli studenti: scrivere il proprio sdegno, raccontare il proprio disgusto, urlare sulla pagina la delusione di dover assistere alla vanificazione pomeridiana serale e notturna di tutto quello che la scuola insegna loro ogni mattina. Non devono sprecare l’occasione barricandosi ottusamente dentro un edificio che non appartiene a loro e trasformandolo in una birreria fatiscente e sudicia. Non devono sprecare il loro tempo (che è tanto prezioso proprio perché tanto poco) a dare la peggiore immagine di se stessi. Devono pretendere attenzione e farsi ascoltare, quando hanno parole intelligenti da dire.


Antonella Landi

L'originale lo trovate qui.

giovedì 6 ottobre 2011

1° Festival del Futuro Migliore, intervento di Giulietto Chiesa


Venerdì 7 ottobre, a partire dalle 15:30 presso l'Aula Magna della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Pisa, si terrà un incontro pubblico con Giulietto Chiesa, Presidente di Alternativa, che parlerà di informazione e di come sta cambiando con l’utilizzo di internet e delle nuove tecnologie digitali.