venerdì 29 giugno 2012

I 72 bidoni tossici non sono stati ancora trovati.

Alla fine dei conti, 72 bidoni di scorie tossiche giacciono tuttora in non meglio identificati punti sul fondo del mare attorno all’isola della Gorgona, in pieno Santuario dei Cetacei. Desaparecidos, come pure il contenuto di 16 dei bidoni recuperati, sì, ma vuoti.

E’ il bilancio dell’intervento ultimato in questi giorni dalla Castalia (la concessionaria del ministero dell’Ambiente per il disinquinamento del mare) per riparare all’incidente avvenuto nel dicembre scorso: durante una tempesta una nave da carico impegnata nel trasporto di bidoni pieni sostanze altamente inquinanti ne perse appunto 198 al largo della Gorgona.

Ora la Marina militare proverà ad individuare i 72 bidoni che mancano all’appello, dispersi sul fondale a circa 400 metri di profondità.

La gente del posto, ovviamente, è un filino arrabbiata. La petizione “Togliete quei bidoni”, lanciata quando ormai era diventato chiaro che la missione della Castalia non li avrebbe recuperati tutti, ha raccolto in una decina di giorni oltre 1500 adesioni, compresa quella del vescovo Simone Giusti.
Nei bidoni ci sono catalizzatori esausti a base di nichel e molibdeno utilizzati per la desolforazione del petrolio. Complessivamente tutti e 198 contenevano circa 30-35 quintali di sostanze. Un terzo circa di quella roba (calcolo all’ingrosso) è ancora in fondo al mare.

Le scorie erano infilate in sacchi di plastica, a loro volta sigillati dentro fusti d’acciaio. In dettaglio, finora sono stati recuperati 90 bidoni integri, 36 bidoni vuoti e 20 sacche di plastica con il relativo contenuto.
Significa che appunto da qualche parte in mare c’è ancora il contenuto di 16 dei bidoni recuperati vuoti. E in più ci sono i 72 bidoni desaparecidos, di cui non si conosce – ovviamente – il grado di integrità.
Poco dopo l’incidente, analizzando i rischi presentati dalla situazione, l’Arpa Toscana scrisse che, in caso di rottura sia dei fusti sia dei sacchi, si sarebbe verificato il
rilascio di una quantità rilevante e concentrata di materiale inquinante. In questo caso gli effetti sull’ambiente e la biodiversità potrebbero essere gravi
Quel pericolo non è scongiurato. Il quotidiano Il Tirreno riporta che, anche in seguito a lettere dai toni molto preoccupati inviate a Roma dagli amministratori locali, è attesa nelle acque della Gorgona la nave idrografica Ammiraglio Magnaghi della Marina militare, che cercherà di localizzare i bidoni ancora dispersi.

Si parla però solo di localizzazione, non di recupero. La nave ora è in Sicilia; non ancora resa nota la data in cui arriverà nel mare della Toscana.

Così come non si sa chi pagherà il conto. Gli amministratori locali, sollecitando il governo ad inviare la Marina, suggerivano che lo Stato si rivalesse sulla società armatrice proprietaria del cargo dal quale i 198 fusti sono caduti in mare.

Il più recente comunicato stampa dell’Arpa Toscana sul recupero dei bidoni
La petizione “Togliete quei bidoni” e il relativo gruppo su Facebook

Link all'originale, tratto da blogeko, articolo a firma di Maria Ferdinanda Piva.

martedì 26 giugno 2012

Se gli Uffizi diventano un museo a ore.

Tratto da Il Fatto Quotidiano:

Domenica scorsa Madonna ha noleggiato gli Uffizi. Così la popstar ha potuto vedere i quadri del popolo italiano senza il popolo italiano tra i piedi, e col vantaggio di noleggiare contestualmente anche la soprintendente di Firenze, che le ha fatto da guida di lusso. Il giorno dopo, lo stilista Stefano Ricci ha organizzato due sfilate nel Corridoio di Ponente degli Uffizi: una è stata aperta da una tribù di Masai, che correvano brandendo scudi e lance di fronte al Laocoonte di Baccio Bandinelli, sotto lo sguardo incredulo dei ritratti cinquecenteschi della Gioviana. Per la gioia di un Occidente narcisista e neocoloniale che balla sull’abisso, tutto è merce, tutto è in vendita: gli abiti griffati, il museo e perfino i Masai, portati a Firenze come bestie da serraglio e numero da circo.

Le cronache locali permettono di capire che il vero tema della serata non erano gli abiti, né tantomeno la storia dell’arte, ma il lusso come valore assoluto: il parterre comprendeva “uno stuolo di clienti danarosi arrivati per l’occasione dai cinque continenti, molti dei quali hanno dovuto ripiegare sull’aeroporto di Pisa per parcheggiare il loro jet privato”. Alcune fotografie – che sembrano ritagliate da Roma di Federico Fellini – documentano poi la cena “esclusivissima” che l’Enoteca Pinchiorri ha servito sulla terrazza degli Uffizi, ospite d’onore un Matteo Renzi immemore dell’austerità che grava sul Paese che egli si candida a guidare.
Una nota comunica che, in questo trionfo della sobrietà, l’obolo pagato per ‘privatizzare’ i pubblici Uffizi è stato davvero risibile: 30.000 euro. È vero che altri 100.000 euro Ricci li ha spesi per realizzare l’impianto di illuminazione della Loggia dei Lanzi da lui stesso progettato, ma parliamo di cifre irrilevanti. Pochi giorni fa, per esempio, il Louvre ha accolto un ricevimento di Ferragamo, che aveva sponsorizzato la mostra di Leonardo. Nemmeno quello è stato un bel segnale, ma i francesi hanno tenuto la sfilata fuori dalle sale del Museo, ben alla larga dalle opere (tutto si è svolto nel Peristilio Denon): e ciò nondimeno hanno ottenuto “alcuni milioni”. Come dire: se si arriva a vendere il decoro pubblico, almeno che lo si venda caro. Ma il punto non è questo. Gli Uffizi noleggiati a ore, appartengono oggi al popolo italiano. Che li mantiene con le proprie sudatissime tasse non perché siano ‘belli’, ma perché sono un potentissimo strumento di educazione alla cittadinanza e di innalzamento spirituale. L’articolo 3 della Costituzione affida alla Repubblica il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Il patrimonio storico e artistico della nazione (menzionato – caso unico al mondo – sempre tra i principi fondamentali della Carta, pochi articoli dopo) è precisamente uno degli strumenti che permettono alla Repubblica di rimuovere quegli ostacoli, e di rendere effettiva la libertà e l’eguaglianza dei cittadini. Uscito da una messa in cui aveva sentito predicare gli atti di misericordia corporale, il piccolo Luigi Pirandello tornò a casa seminudo perché aveva rivestito del suo abito un bambino che aveva visto coperto di stracci. Ma, una volta a casa, egli venne aspramente rimproverato: e comprese, una volta per tutte, che nessuno prendeva sul serio il cristianesimo. Allo stesso modo, ogni tentativo di mostrare il valore civile dei musei è annullato dal noleggio degli Uffizi.

Se gli Uffizi diventano lo sfondo della “quaglia farcita ai funghi porcini con fagioli al fiasco”; se gli Uffizi diventano una location dove ostentare e celebrare l’onnipotenza del lusso, la diseguaglianza sociale ed economica e il trionfo del denaro di pochi; se gli Uffizi diventano la prosecuzione delle scarpe e delle borse con altri mezzi; se gli Uffizi vengono risucchiati da questo turbine di volgarità e ignoranza provinciali; se non è più possibile distinguere tra gli Uffizi e il Billionaire, ebbene, la Repubblica italiana prende un potentissimo strumento di educazione e di eguaglianza, che mantiene a caro prezzo con i soldi di tutti, e lo trasforma deliberatamente in un altrettanto potente mezzo di diseducazione e discriminazione.
Come dice il comico americano Bill Hicks, “piantatela di mettere il maledetto segno del dollaro su ogni fottuta cosa di questo pianeta”.

Tomaso Montanari, Il Fatto Quotidiano, 26 Giugno 2012

venerdì 22 giugno 2012

Togliete quei bidoni!

Testo della petizione pubblica affinché si liberi il fondale dell'Isola di Gorgona dai bidoni di rifiuti tossici:

Il 17 dicembre 2011 dall'Eurocargo Venezia caddero nel mare in tempesta, al largo della Gorgona, 198 bidoni contenenti sostanze chimiche tossiche.

Al momento sono stati individuati 95 bidoni che, fortunatamente, verranno ripescati in questi giorni e che si aggiungeranno a quello già recuperato da alcuni pescatori.

Ma la vicenda non si può chiudere qua!

Quale sarà la sorte degli altri 102 bidoni che si trovano ancora in fondo al mare?
Chi ne continuerà le ricerche? Chi li individuerà e, soprattutto, chi li recupererà in tempi brevi?

Queste sono alcune delle domande che ci hanno spinto a lanciare una raccolta di firme che vuol unire le livornesi ed i livornesi in una semplice quanto perentoria richiesta:

 TOGLIETE QUEI BIDONI!

E’ un appello che diventerà ancora più forte grazie alla tua firma.

Si tratta di un gesto semplice ma dall’alto significato, un segno di rispetto verso il mare e l’ambiente ma soprattutto un gesto d’amore guardando al futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Firma e fai firmare!

martedì 19 giugno 2012

La donna musulmana nel mass media italiano.

Giovedì 21 giugno 2012, ore 17:30
Biblioteca delle Oblate
Primo piano Sala Contemporanea

L'associazione angolana Njianga Mbande

in collaborazione con
la Biblioteca delle Oblate

organizza 

Incontri al femminile

La donna musulmana nel mass media italiano

Intervengo
Ezzedin Elzir, Iman di Firenze
Susanna Agostino, pres. commissione Pace e Relazione Internazionale del Comune di Firenze
Aquafit Mazigh, presidente dell'associazione Nissaa Almaghrib
Pape Diaw, comunità senegalese

modera Matias Mesquita, Progetto Mosaico Interculturale

lunedì 18 giugno 2012

Dossier del Centro Nuovo Modello di Sviluppo sulle multinazionali

In un agile report di sole 24 pagine, stilato del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano, potrete trovare tutte le informazioni fondamentali sul mondo delle multinazionali, in particolare sulle prime 200, che da sole contribuiscono al 23% del fatturato totale. Particolarmente rilevante risulta essere il potere dei colossi energetici, la cui capacità di influenzare le decisioni politiche è sempre rilevante, anche ora che non vi è più al potere la giunta petrolifera di Bush jr. L'altro dato significativo è quello che riguarda la proprietà delle mutlinazionali, sempre meno imputabile a delle persone fisiche e sempre più concentrata nelle mani dei grandi investitori istituzionali, grandi banche, fondi pensione, assicurazioni, fondi di investimento.

sabato 16 giugno 2012

Giovanni Sartori su l'homo videns.

Riprendiamo i 2 video, già pubblicati su Megachip, di un intervento del Prof. Giovanni Sartori del 2010 sul tema dell'informazione in Italia. Come potrete notare non hanno perso nulla della forza che avevano, anche ora che Berlusconi non è più capo del governo, a dimostrazione che i problemi riguardanti l'homo videns e l'informazione di massa non sono risolti con il tramonto del berlusconismo.







giovedì 14 giugno 2012

Chi se la merita, questa scuola?

Pubblichiamo una riflessione di Giovanni Bruno, dei Cobas della Scuola, a proposito delle recenti dichiarazioni del Ministro Profumo sulla "meritocrazia" nella Scuola.

Il Ministro Profumo ha compiuto un vero e proprio miracolo: ha scosso il sonnolento vertice del Partito Democratico e il pachidermico apparato della CGIL incassando un sonoro diniego sul cosiddetto "Pacchetto sul merito" che sarà presentato in un Decreto Legge (o Disegno di Legge?) di cui conosciamo una bozza.
Entrando nel "merito", riassumiamo cosa si prevede: l'impianto è incentrato prevalentemente sull'università, con un profilo fortemente "meritocratico" e con l'obiettivo di una "classifica" per docenti (20%) e studenti (5%) che avranno un riconoscimento (un bonus per i professori, una corsia privilegiata verso il lavoro per i neolaureati); anche alle scuole è riservata la novità agonistica del riconoscimento per lo "Studente (migliore) dell'anno" di agevolazioni fiscali per l'iscrizione al primo anno dell'università (fino al 30%), borse di studio, iscrizioni gratuite a "master" estivi nella disciplina in cui hanno raggiunto l'eccellenza (valutata con le cosiddette Olimpiadi che ormai si svolgono per ogni materia: matematica, fisica, scienze, latino).

Ciò che impressiona è la progressiva "americanizzazione" del processo formativo, sempre più spostata verso la competizione e con l'abbandono della crescita collettiva della classe: domina l'approccio individualistico, la dimensione della gara, il rafforzamento dell'egoismo con premi (30 milioni di euro) per pochi, selezionatissimi studenti che svettano sulla media.

Il progetto si presenta come fortemente classista e aristocratico: i "migliori" infatti, molto spesso, oltre ad indiscusse capacità hanno anche dalla loro condizioni socio-economiche e culturali favorevoli. Una scuola (come l'università) che punti esclusivamente sulle eccellenze e perda di vista l'obiettivo di un'istruzione di massa è inoltre destinata ad impoverirsi, essiccando le radici culturali di un Paese e rendendone più fragile la coscienza sociale, politica e morale.

L'obiettivo inconfessabile, al contrario delle dichiarazioni "in chiaro" del Ministro, è di nuovo quello del risparmio: dietro la "popolare" idea di "merito" si cela infatti un progetto in cui gli investimenti nella scuola (e nell'università) si mantengono limitati, a fronte delle risorse improcrastinabili che necessiterebbero alle agonizzanti scuole pubbliche italiane per restituire dignità di lavoro e di studio perduta nella miseria della realtà, in cui docenti e ATA eroicamente resistono in condizioni estreme per istruire nuove generazioni sempre più inquiete e demotivate.

Premiare lo "Studente dell'anno" (uno per scuola) con master estivi gratuiti e il 5% dei laureati con la promessa di un lavoro (quale, e a quali condizioni?) certamente costa meno che rifinanziare le scuole attraverso un piano di investimenti straordinario per ripristinare l'ordinarietà del diritto allo studio per tutti; anche il miliardo promesso da Profumo per la scuola è un palliativo per scuole diroccate da anni e anni di tagli sulle risorse finanziarie, sugli organici, sugli spazi vitali (le classi-pollaio con 28-32 studenti in pochi metri quadri, con i rischi connessi sulla sicurezza e la inevitabile perdita di qualità nelle attività didattiche), sul personale di laboratorio e sui laboratori stessi.

Nel decennio 2001-2011 si sono persi circa 150mila posti lavoro, sono stati tagliati circa dieci miliardi di euro (di cui otto solo tra il 2007 e il 2011): può bastare un'elemosina per rilanciare la scuola pubblica italiana, a fronte dell'emorragia di risorse a vantaggio (ad esempio parziale, ma significativo) degli istituti privati? E infine, con quali strumenti verranno valutati studenti, scuole, docenti, se non con i già sperimentati (e inaffidabili) test INVALSI?

Di questa deriva si sono (forse) resi conto anche il Pd e la Cgil. È un risveglio tardivo e piuttosto sospetto: dopo aver contribuito alla demolizione della scuola pubblica con i governi di centrosinistra e i Ministri Berlinguer, Di Mauro, Fioroni, dopo aver promosso e sostenuto strenuamente la "meritocrazia" come criterio di selezione del personale docente, dopo aver difeso incondizionatamente i test INVALSI come prove oggettive per misurare competenze degli studenti ed efficienza del lavoro dei docenti (con il fine di creare una gerarchia per differenziarne carriera e stipendio), oggi si ergono a paladini dell'egualitarismo.
La sincerità di queste posizioni si misureranno sulle reali proposte che elaboreranno per invertire una tendenza inaugurata dalla madre di tutte le contro-riforme: la legge sull'autonomia finanziaria delle scuole, primo passo verso l'aziendalizzazione a la gestione manageriale del sistema scolastico italiano.

Giovanni Bruno (Cobas Scuola Pisa)

 Articolo apparso originariamente su Pisanotizie.

martedì 12 giugno 2012

Fracking in Toscana?









 I permessi della European Gas Limited - ditta australiana che dice di avere depositato le proprie valutazioni di impatto ambientale per estrarre Coal Bed Methane e Shale Gas con fracking presso la regione Toscana.



 


 E cosi, come un domino ecco altri progetti per fare fracking di Coal Bed Methane in Italia e di Shale Gas.

Sono tutti e tre allo stadio preliminare e sono in Toscana.

Da quanto mi pare di capire, questa ditta, la European Gas limited, ha avuto le concessioni nel 2007 ma sta ancora chiedendo i permessi e le autorizzazioni a procedere al nostro governo.

E' tutto nel silenzio, e come sempre, se nessuno sa, dice, chiede, esige risposte, quelli gliele danno le autorizzazioni, perche' fondamentalmente non sanno neanche cosa sia il fracking!

E cosi' finira' che si arriva al fracking in Italia senza neanche chiederlo a nessuno, e poi in Toscana, come se la regione piu' turistica d'Italia potesse essere allo stesso tempo un distretto minerario con acqua inquinata, esalazioni tossiche e tremori piu' o meno forti nel sottosuolo.

Dicono che:


Reports on Environmental Impact Study’s for the three permit areas have been completed and lodged with the office of the Regione Toscana.

I rapporti sugli studi di valutazione ambientale per tutte e tre le aree sono stati completati e giacciono con gli uffici della regione Toscana.

Ma la regione Toscana ha qualcosa da dire? Lo sanno? Cosa pensano? Perche' la gente normale non sa niente di tutto cio, che magari vorremmo dire anche la nostra, no?

Tratto dal blog della Prof. Maria Rita D'Orsogna, esperta di attività petrolifere.

martedì 5 giugno 2012

L'assessore al bilancio si dimette e attacca: "Renzi usa Firenze per ambizioni personali".

Articolo tratto da l'altracittà

“Ho sempre pensato che chi svolge un ruolo politico e amministrativo lo debba fare in una logica di servizio alla cosa pubblica quindi in favore della collettività. Ho sempre pensato che chi è chiamato a governare Firenze sia al servizio della città e non che la città, Firenze, sia a servizio e uno strumento utile al perseguimento di ambizioni personali.” Si dimette così Claudio Fantoni, assessore del Comune di Firenze al bilancio, con un’accusa pesantissima al “giovane e nuovo” sindaco Matteo Renzi: fare carriera politica con i soldi del bilancio comunale, quelli che tutti noi versiamo pagando le tasse con estremo sacrificio.

L’ormai ex assessore al bilancio, scrive infatti nella lettera con cui lascia la giunta. “Ho continuato a svolgere ostinatamente il lavoro affidatomi, ma ad oggi con particolare riferimento ad insanabili divergenze in ordine alle procedure e alle azioni da mettere in atto relative alla gestione economica/finanziaria dell’ente, quindi alla sicurezza dei conti, non posso che considerare venute meno le condizioni perché io possa proseguire coerentemente nell’esercizio delle deleghe affidatemi, quindi nel rapporto di collaborazione con il sindaco, Matteo Renzi”.

In sostanza Fantoni accusa il sindaco di spendere troppo per la sua visibilità. Il sindaco naturalmente smentisce e lo sostituisce con Alessandro Petretto, economista ed ex presidente dell’Irpet nonché nome di spicco della destra PD (contraddistintosi per essere stato uno dei promotori del “Comitato del No” ai referendum per l’acqua). Parole al vetriolo arrivano anche da Sonia Nebbiai, la massima dirigente responsabile del bilancio che afferma «Il problema che pone l’assessore riguarda gli investimenti e gli equilibri finanziari. Se si continua a spendere con questo ritmo rischiamo di sfondare il patto di stabilità».

 Ed è proprio questo il punto. Per sostenere la sua candidatura a Primo ministro Matteo Renzi utilizza tutte le armi che può, anche quelle di mandare in malora il bilancio comunale facendo spendere più velocemente possibile ai propri dirigenti le risorse pluriennali a loro disposizione. Del  resto le elezioni politiche nazionali sono tra pochi mesi e per il sindaco è necessario puntare solo sul consenso facile, quello che si ottiene spendendo il massimo per inaugurare più cose possibile nel minor tempo possibile. Alla faccia della programmazione e del rispetto del bilancio comunale.

Certo non si tratta di una novità. Ricorda infatti Ornella De Zordo di perUnaltracittà: “Il comportamento del sindaco descritto da Fantoni è un déjà vu. La storia è nota e riguarda il pessimo bilancio della Provincia di Firenze dopo cinque anni di presidenza Renzi volta tutta alla battaglia politica per diventare Sindaco della città. Basti ricordare operazioni come quella che legava Florence Multimedia al Genio Fiorentino che molti denunciarono come personalistica”.

Continua l’analisi di De Zordo “Le dimissioni dell’assessore Fantoni non sembrano potersi ridurre a una lotta tutta interna alle diverse correnti del Pd, ma sono piuttosto la reazione di chi in coscienza non se la sente più di avallare scelte di bilancio che reputa azzardate e strumentali. Le dimissioni di Fantoni vanno per questo prese sul serio anche da chi non fa parte del Partito Democratico, anzi vanno ben capite da tutta la cittadinanza visto che sono motivate da critiche ad un bilancio che è quello del Comune, cioè basato su soldi che sono dei fiorentini e che andrebbero spesi per il bene della collettività. Per questo vanno chiarite le specifiche motivazioni del dissenso con il sindaco Renzi, al quale Fantoni rimprovera di voler anteporre una peraltro innegabile ricerca di visibilità e prestigio personale, rispetto ad una oculata amministrazione delle risorse pubbliche”.