Alla fine dei conti, 72 bidoni di scorie tossiche giacciono tuttora in non meglio identificati punti sul fondo del mare attorno all’isola della Gorgona, in pieno Santuario dei Cetacei. Desaparecidos, come pure il contenuto di 16 dei bidoni recuperati, sì, ma vuoti.
E’ il bilancio dell’intervento ultimato in questi giorni dalla Castalia (la concessionaria del ministero dell’Ambiente per il disinquinamento del mare) per riparare all’incidente avvenuto nel dicembre scorso: durante una tempesta una nave da carico impegnata nel trasporto di bidoni pieni sostanze altamente inquinanti ne perse appunto 198 al largo della Gorgona.
Ora la Marina militare proverà ad individuare i 72 bidoni che mancano all’appello, dispersi sul fondale a circa 400 metri di profondità.
La gente del posto, ovviamente, è un filino arrabbiata. La petizione
 “Togliete quei bidoni”, lanciata quando ormai era diventato chiaro che 
la missione della Castalia non li avrebbe recuperati tutti, ha raccolto 
in una decina di giorni oltre 1500 adesioni, compresa quella del vescovo Simone Giusti.
Nei bidoni ci sono catalizzatori esausti a base di nichel e molibdeno
 utilizzati per la desolforazione del petrolio. Complessivamente tutti e
 198 contenevano circa 30-35 quintali di sostanze. Un terzo circa di 
quella roba (calcolo all’ingrosso) è ancora in fondo al mare.
Le scorie erano infilate in sacchi di plastica, a loro volta sigillati dentro fusti d’acciaio. In dettaglio, finora sono stati recuperati 90 bidoni integri, 36 bidoni vuoti e 20 sacche di plastica con il relativo contenuto.
Significa che appunto da qualche parte in mare c’è ancora il contenuto
 di 16 dei bidoni recuperati vuoti. E in più ci sono i 72 bidoni 
desaparecidos, di cui non si conosce – ovviamente – il grado di 
integrità.
Poco dopo l’incidente, analizzando i rischi presentati dalla situazione, l’Arpa Toscana scrisse che, in caso di rottura sia dei fusti sia dei sacchi, si sarebbe verificato il
rilascio di una quantità rilevante e concentrata di materiale inquinante. In questo caso gli effetti sull’ambiente e la biodiversità potrebbero essere gravi
Quel pericolo non è scongiurato. Il quotidiano Il Tirreno riporta 
che, anche in seguito a lettere dai toni molto preoccupati inviate a 
Roma dagli amministratori locali, è attesa nelle acque della Gorgona la 
nave idrografica Ammiraglio Magnaghi della Marina militare, che cercherà
 di localizzare i bidoni ancora dispersi.
Si parla però solo di localizzazione, non di recupero. La nave ora è in Sicilia; non ancora resa nota la data in cui arriverà nel mare della Toscana.
Così come non si sa chi pagherà il conto.
 Gli amministratori locali, sollecitando il governo ad inviare la 
Marina, suggerivano che lo Stato si rivalesse sulla società armatrice 
proprietaria del cargo dal quale i 198 fusti sono caduti in mare.
Il più recente comunicato stampa dell’Arpa Toscana sul recupero dei bidoni
Su Il Tirreno bidoni tossici, arriva la Marina militare
La petizione “Togliete quei bidoni” e il relativo gruppo su Facebook
Il Santuario dei Cetacei su Wikipedia
 
 
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