giovedì 19 luglio 2012

Il Tunnel Tav sotto Firenze costerà 200 milioni in più del previsto.

Pubblichiamo il comunicato stampa di perUnaltracittà sul nuovo immane spreco di denaro pubblico per un'opera già di per sé inutile e pericolosa.


 A quando una “spending review” sugli sprechi veri e non sui diritti dei cittadini?
Tav, De Zordo, Alberici: "200 milioni in più per il tunnel (+30%)" I costi lievitati da 694 a 890 milioni.
La talpa tenuta ferma è costata finora 5 milioni.

I dati sono di quelli pesanti: Nodavia - il General contractor dell'attraversamento dell'Alta velocità fiorentina -annuncia che nonostante ancora non siano partiti i lavori degli "interventi maggiormente complessi e impattanti”, il costo dell’intervento è già passato da 694 milioni iniziali a oltre 890 milioni, con un incremento di 200 milioni, quasi il 30%.

E ancora, aver voluto montare una fresa gigantesca (quanto chiasso mediatico intorno a “Monna Lisa”!) quando non c’era la possibilità di portare via il materiale, e quindi di fatto tenere tutto fermo, ha comportato secondo Nodavia “danni pari a 5 milioni di euro”, di cui chiede conto perché qualcuno ha deciso “discrezionalmente di non gestire il materiale come rifiuto ma di attendere il perfezionamento del percorso giuridico-amministrativo per gestire il materiale come terra e roccia”, che forse, come da audizione in Provincia, avverrà nell’autunno. E quanto ci sarà costato il parcheggio di Monna Lisa a Ponte del Pino a quel punto?

Eppure in tanti avevamo chiesto di fermarsi, quando ai tanti già denunciati si è aggiunto il problema dello smaltimento dell’enorme quantità di materiale scavato. Ma l’importante era l’esibizione muscolare della potenza della grande opera (della serie  “la mia talpa è più grossa della tua”, ma purtroppo non siamo in un film di Alvaro Vitali), non importa se inutile, non importa se dannosa, l’importante è che sia costosa.

A quanto si arriverà alla fine? Nessuno può fare previsioni, la tratta Firenze-Bologna, tanto per dire,  ha avuto un costo finale di oltre il 400% dell’iniziale. Se poi, come prevedibile, ci saranno dei danni, e se questi saranno in qualche modo risarciti, indovinate da dove verranno le risorse: naturalmente dal bilancio pubblico.

Già Nodavia chiede un accordo bonario per rivedere drasticamente il costo dell’opera, ed è solo il primo, o minaccia di andarsene, che sarebbe comunque la soluzione migliore, anche dovendo pagare qualche penale, niente in confronto al conto che sarà presentato alla fine.

Una riflessione sul debito pubblico e la famigerata ''spending review"

E’ sempre antipatico il ruolo di Cassandre, di quelli che  “l’avevamo detto!”, ma correremo il rischio: si, l’avevamo detto, insieme a comitati, associazioni, esperti, e chiunque si fosse preso la briga di sollevare i veli sul mondo opaco dell’Alta Velocità: questi appalti sono fatti in modo da garantire innanzitutto, e immancabilmente, un vertiginoso aumento dei costi, e cioè, chiamiamo le cose con il loro nome, del nostro famoso debito pubblico. Per una volta non parliamo di falda, di impatti, di danni agli edifici, di camion e cantieri infiniti, di aria inquinata e traffico in tilt e salute che se ne va, parliamo di soldi, dei nostri soldi. Si tagliano le pensioni, si abbassano i salari, si diminuiscono o si cancellano i servizi, la sanità, la scuola. Si licenziano anche senza giustificato motivo decine di migliaia di lavoratori.

I trasferimenti dello Stato alla Regione Toscana per la spesa sociale sono passati dal 2011 al 2012 da 62 milioni a 1 (uno). Però ci si ostina a fare un tunnel inutile che ancor prima di essere cominciato ha aumentato il costo di 200 (duecento) milioni, che naturalmente vanno, insieme agli altri, ad ingrassare le solite tasche di chi certo non è toccato da una spending review che evita accuratamente i grandi sprechi, e i grandi interessi.

L'esigenza di fermarsi prima del baratro è sempre più urgente, ci auguriamo che i citadini e le cittadine di firenze aprano gli occhi e facciano sentire la loro voce nei confronti di chi, per interesse, intende danneggiare la città e rubarci il futuro.

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