lunedì 19 novembre 2012

La Toscana nel fango.

Articolo a cura del Gruppo d'Intervento Giuridico.

Lo sapevamo, eravamo stati avvertiti, ma in questi anni poco o niente è stato fatto.
La Toscana si è svegliata dentro un’altra tragedia, impregnata di incuria, di  trascuratezza, di sfruttamento in nome del cemento e delle speculazioni. Adesso si contano gli enormi danni, ancora una volta purtroppo anche umani. Non sempre la minima energia regala il massimo rendimento, almeno non in natura.
La terra è bassa e faticosa, dicono i contadini, così anche la preziosa campagna toscana è stata abbandonata, cementificata o ceduta all’agricoltura industriale. Lo spopolamento delle montagne e dei boschi, lasciati a se stessi senza alcuna manutenzione, causano ogni anno devastanti incendi e situazioni pericolose per il territorio e per  gli abitanti che lo vivono, come le frane e le inondazioni.
Sentiamo di case e strade costruite sopra a corsi d’acqua, e piani urbanistici che sentenziano l’ineludibilità del consumo del territorio, diritti che sono senza revoche, costituiti dai privati o da potenti banche.
Nemmeno la civile Toscana si è sottratta a questo, malgrado giorno dopo giorno assistiamo a tragici eventi che si susseguono a un ritmo sempre più pressante. Non ci vogliono molte tecnologie per capire che il territorio non è infinito, e che la natura dell’acqua è quella di scorrere. Ci stiamo pericolosamente lasciando portare alla follia nella deriva del massimo sfruttamento, bypassando la legge dei ritmi naturali del mondo.
Anche la nostra mente vacilla.  Ci siamo dimenticati che noi siamo ospiti, e come tutti gli ospiti dovremmo lasciare come abbiamo trovato.


campagne sommerse dall’acqua intorno ad Orvieto


Da anni marciamo completamente come forsennati nel senso opposto, distruggendo tutto ciò che possiamo, costruiamo in più invece di mantenere quello che di buono già esiste, senza prevenire i possibili disastri, senza investire in posti di lavoro per stabilizzare questo territorio che è malato, senza bonificare preziose aree da recuperare. Questi sono i futuri posti di lavoro. Invece l’unica cosa che sappiamo fare è portare avanti grandi opere inutili che da anni prosperano, senza se e ma - presto e bene.. – come dice il Governatore della Toscana Enrico Rossi (invece i contadini direbbero che il presto e bene non stanno facilmente insieme!).
Tutto questo contro il volere di migliaia di persone, lasciando il territorio avvelenato, abbandonato a se stesso, umiliato.
Vi ricordate la difesa del Governatore per la costruzione della nuova fabbrica Laika, con altro consumo di territorio agricolo, e con le tombe Etrusche che andranno sfollate?!   Un territorio così fertile, siamo nel cuore del Chianti, vale molto di più di una fabbrica, anche come posti di lavoro. Invece hanno fatto passare gli oppositori, gente competente e attenta all’ambiente che li circonda, per degli incoscienti e faziosi visionari. E questo accade ogni giorno.
Sentiamo di ponti dimenticati, binari abbandonati, strade che spariscono nel nulla. Investiamo tutti i nostri risparmi in grandi progetti inutili, come il fantasma del ponte di Messina, o come i famelici Tunnel Tav, o come la stramiliardaria e isolata stazione AV Foster, sotto la bella Firenze, città che il sindaco Renzi dice tanto di amare, però poi ha firmato l’accordo per tutto il possibile (tanto poi il posto andrà a un altro, e così via..).
Queste sono offese, non solo al mondo che ci ospita con tanta generosità, ma all’intelligenza umana, e a chi resta un briciolo di dignità e senso del futuro, ha il dovere di reagire e di ribellarsi.

Elena Romoli, Gruppo d’Intervento Giuridico – Toscana

Nessun commento:

Posta un commento