Lo sapevamo, eravamo stati avvertiti, ma in questi anni poco o niente è stato fatto.
La Toscana si è svegliata dentro un’altra tragedia, impregnata di
incuria, di trascuratezza, di sfruttamento in nome del
cemento e delle speculazioni. Adesso si contano gli enormi danni, ancora
una volta purtroppo anche umani. Non sempre la minima energia regala il
massimo rendimento, almeno non in natura.
La terra è bassa e faticosa, dicono i contadini, così anche la preziosa campagna toscana
è stata abbandonata, cementificata o ceduta all’agricoltura
industriale. Lo spopolamento delle montagne e dei boschi, lasciati a se
stessi senza alcuna manutenzione, causano ogni anno devastanti incendi e
situazioni pericolose per il territorio e per gli abitanti che lo
vivono, come le frane e le inondazioni.
Sentiamo di case e strade costruite sopra a corsi d’acqua, e piani urbanistici che sentenziano l’ineludibilità del consumo del territorio, diritti che sono senza revoche, costituiti dai privati o da potenti banche.
Nemmeno la civile Toscana
si è sottratta a questo, malgrado giorno dopo giorno assistiamo
a tragici eventi che si susseguono a un ritmo sempre più pressante. Non
ci vogliono molte tecnologie per capire che il territorio non è
infinito, e che la natura dell’acqua è quella di scorrere. Ci stiamo
pericolosamente lasciando portare alla follia nella deriva del massimo
sfruttamento, bypassando la legge dei ritmi naturali del mondo.
Anche la nostra mente vacilla. Ci siamo dimenticati che noi siamo
ospiti, e come tutti gli ospiti dovremmo lasciare come abbiamo trovato.
Da anni marciamo completamente come forsennati nel senso opposto,
distruggendo tutto ciò che possiamo, costruiamo in più invece di
mantenere quello che di buono già esiste, senza prevenire i possibili
disastri, senza investire in posti di lavoro per stabilizzare questo
territorio che è malato, senza bonificare preziose aree da recuperare.
Questi sono i futuri posti di lavoro. Invece l’unica cosa che sappiamo
fare è portare avanti grandi opere inutili che da anni prosperano, senza
se e ma - presto e bene.. – come dice il Governatore della Toscana Enrico Rossi (invece i contadini direbbero che il presto e bene non stanno facilmente insieme!).
Tutto questo contro il volere di migliaia di persone, lasciando il territorio avvelenato, abbandonato a se stesso, umiliato.
Tutto questo contro il volere di migliaia di persone, lasciando il territorio avvelenato, abbandonato a se stesso, umiliato.
Vi ricordate la difesa del Governatore per la costruzione della nuova
fabbrica Laika, con altro consumo di territorio agricolo, e con le tombe Etrusche
che andranno sfollate?! Un territorio così fertile, siamo nel cuore
del Chianti, vale molto di più di una fabbrica, anche come posti di
lavoro. Invece hanno fatto passare gli oppositori, gente competente
e attenta all’ambiente che li circonda, per degli incoscienti e faziosi
visionari. E questo accade ogni giorno.
Sentiamo di ponti dimenticati, binari abbandonati, strade che
spariscono nel nulla. Investiamo tutti i nostri risparmi in grandi
progetti inutili, come il fantasma del ponte di Messina, o come i
famelici Tunnel Tav, o come la stramiliardaria e isolata stazione AV Foster, sotto la bella Firenze,
città che il sindaco Renzi dice tanto di amare, però poi ha firmato
l’accordo per tutto il possibile (tanto poi il posto andrà a un altro, e
così via..).
Queste sono offese, non solo al mondo che ci ospita con tanta
generosità, ma all’intelligenza umana, e a chi resta un briciolo di
dignità e senso del futuro, ha il dovere di reagire e di ribellarsi.
Elena Romoli, Gruppo d’Intervento Giuridico – Toscana
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