Dal blog di Xavier Jacobelli apprendiamo sgomenti quanto segue:
Siete terremotati? Avete avuto la casa rasa al suolo dal sisma? Avete perso tutti i vostri beni? Non siete assicurati? Tanto peggio per voi: la Repubblica Italiana non vi darà un euro.
L'ultima porcheria della Casta che ci ammorba la vita è tanto intempestiva quanto ributtante. Si chiama decreto legge n.59.
La pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale è datata 17 maggio 2012, meno di 72 ore prima del tremendo sisma che ha devastato l'Emilia Romagna.
In base alla riforma della Protezione Civile, d'ora in poi qualunque calamità naturale è interamente a carico del cittadino. In caso di terremoti, alluvioni, frane, tsunami, lo Stato non paga i danni subiti dai contribuenti, gli stessi piallati dall'Imu e dalle altre centinaia di tasse che nemmeno lo sceriffo di Nottingham si sognava di imporre.
Nel solito burocratese dei politici, il decreto legge stabilisce solennemente: "Al fine di consentire l'avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali sui fabbricati a qualunque uso destinati, possono essere estese tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di fabbricato appartenente a privati. E questo per poter garantire adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione".
Tradotto in italiano significa che o ti assicuri o in caso di calamità, t'attacchi.
Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha sentenziato: "Purtroppo,per il futuro dovremo pensare alle assicurazioni perchè lo Stato non è più in grado di fare investimenti sulle calamità: gli aquilani sono stati gli ultimi a ricevere assistenza". Con tanti saluti al principio costituzionale in base al quale tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Anche in caso di terremoto.
Una bestialità insopportabile, soprattutto in queste ore tremende per le popolazioni dell'Emilia-Romagna. Monti ha anticipato il ritorno dagli Stati Uniti per rendersi conto personalmente del disastro. Sarà bene che lui e le teste d'uovo gabelliere che l'accompagnano trovino il modo per cancellare il famigerato decreto spennaterremotati. L'ultima vergogna di uno Stato senza pudore.
Xavier Jacobelli
giovedì 31 maggio 2012
martedì 29 maggio 2012
I Comitati rispondono a Rossi su Tav e inceneritori.
Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
Firenze, 28 maggio 2012
Egregio Presidente,
come cittadine/i di gruppi e comitati che si oppongono alla realizzazione di “grandi opere” (che noi definiamo documentatamente “inutili”) e di “termovalorizzatori” (che in Europa si chiamano inceneritori) ci sentiamo in obbligo di rispondere ad alcune sue dichiarazioni rilasciate in questi giorni:
“Dico no all’ambientalismo di destra, cioè all’ecologia antimodernista e contraria allo sviluppo di chi è contro la Tav e i termovalorizzatori”
Crediamo sia opportuno farle diverse precisazioni per evitarle futuri fraintendimenti.
Molti di noi non si definiscono più ambientalisti, dopo aver visto cosa è stato ed è l'”ambientalismo del fare”.
Parlare di destra e antimodernismo è fuorviante; siamo semplicemente donne e uomini che non accettano di vedere la loro città preda della speculazione e del cemento, non accettano che si possa vendere la salute delle persone per realizzare profitti privati, non vogliono la propria casa danneggiata senza alcuna utilità pubblica, non vogliono vedere il patrimonio urbano, sociale e artistico della loro città venduto e a rischio per gli interessi di pochi maneggiatori delle ruspe, non sopportano di veder sperperate le risorse pubbliche (quindi anche nostre) in opere inutili e/o dannose.
Da anni sui temi delle “grandi opere inutili”, della raccolta dei rifiuti, delle privatizzazioni cerchiamo un confronto da sempre negato; da anni abbiamo elaborato alternative che sarebbero vantaggiose per l'intera società, ma si sono rivolti gli occhi altrove, agli interessi della grande impresa parassitaria e delle banche.
Tutte le giustificazioni alle grandi opere come il Passante TAV di Firenze, si stanno rivelando fasulle:
* fino a poco tempo fa ci sentivamo dire che la linea TAV del Mugello avrebbe collegato Livorno con il Nord Europa, che quella linea avrebbe fatto esplodere il trasporto delle merci su rotaia; ci dica signor Presidente, quanti treni sono merci sono passati dalla linea TAV? Quante tonnellate? Nemmeno una; lo sa vero?
* Abbiamo sentito che le nuove linee e il Sottoattraversamento TAV di Firenze saranno l'occasione per “liberare i binari per i treni regionali”. Quali treni Presidente, se sulla linea che va a Bologna passando da Prato c'è praticamente un deserto, se i treni regionali impiegano 30 minuti in più rispetto agli anni passati? Di quale servizio regionale stiamo parlando, se da anni assistiamo solo a tagli e riduzioni di servizi?
Ci definisce “di destra”; di quale destra o sinistra sta parlando signor Presidente? Noi vediamo che nella follia della corsa al profitto ormai sono immerse anche le “cooperative”, quelle strutture che un secolo fa erano nate come baluardo a difesa del lavoro e dei lavoratori. Vediamo che queste cooperative si muovono con il più spregiudicato cinismo imprenditoriale; stanno realizzando opere che non ci paiono propriamente “di sinistra”, come la basi militari di Sigonella e di Vicenza, oppure raschiano il terreno di Firenze solo in vista dei miliardi che sono stati promessi. Noi non vediamo “destra e sinistra”, ma solo un unico, globale partito degli affari.
Ci viene detto che “grandi opere” e inceneritori creano lavoro
* signor Presidente, è ampiamente dimostrato che la raccolta differenziata spinta con il ‘porta a porta’ - che la civile Toscana continua a non adottare, invece dell'incenerimento - creerebbe molti più posti di lavoro e di miglior qualità a parità di costi, recuperando le materie prime che stanno volgendo sempre più velocemente al termine, riutilizzandole per fare altre cose. Con poche decine di lattine si fa una bicicletta e con poche bottiglie di plastica si può fare una felpa, ma la Toscana in fatto di differenziata e di riduzione è ancora ben al di sotto degli obiettivi che la stessa Regione si è data.
* Lei sa che genere di lavoro è stato quello nei cantieri TAV o della Variante di Valico? Conosce tutti i giochi di appalti e subappalti che hanno finito per ricadere solo sugli ultimi, cioè i lavoratori? Sa che si avrebbero molti più posti di lavoro e di qualità migliore se si decidessero opere necessarie come il potenziamento dei trasporti regionali o la messa in sicurezza del territorio?
Le “grandi opere inutili”, inceneritori compresi, non generano crescita economica, non sono una leva keynesiana per lo sviluppo; al contrario sono solo uno strumento di concentrazione di ricchezza pubblica nelle mani dei pochi costruttori, in stretta sinergia col sistema bancario.
C'è un'ultima illusione che vorremmo togliere: il welfare che lei dice di voler salvare è assolutamente incompatibile con le politiche di privatizzazione, di realizzazione di opere inutili. I soldi che vengono destinati alle infrastrutture inutili e all'incenerimento sono tolti proprio dai servizi per i cittadini, dalla sanità, dal sistema previdenziale, dalla scuola. La modernità di cui Lei si fa campione, signor Presidente è, nella sostanza, la solita ricetta vigente da millenni che vede una minoranza privilegiata arricchirsi sempre di più a scapito della collettività.
Noi capiamo che ormai siamo in vista delle elezioni politiche, ma ci creda, l'unica cosa che dovrebbero fare tutti i partiti, sarebbe quella di ritrovare un po' di credibilità, non di giocare sullo scacchiere di alleanze strumentali.
Nella speranza di avere finalmente un dialogo con Lei e la Sua istituzione, La salutiamo cordialmente.
Coordinamento dei Comitati ATO Toscana Centro
Medicina Democratica, sez. Pietro Mirabelli, Firenze
Comitato Notunneltav Firenze
Firenze, 28 maggio 2012
Egregio Presidente,
come cittadine/i di gruppi e comitati che si oppongono alla realizzazione di “grandi opere” (che noi definiamo documentatamente “inutili”) e di “termovalorizzatori” (che in Europa si chiamano inceneritori) ci sentiamo in obbligo di rispondere ad alcune sue dichiarazioni rilasciate in questi giorni:
“Dico no all’ambientalismo di destra, cioè all’ecologia antimodernista e contraria allo sviluppo di chi è contro la Tav e i termovalorizzatori”
Crediamo sia opportuno farle diverse precisazioni per evitarle futuri fraintendimenti.
Molti di noi non si definiscono più ambientalisti, dopo aver visto cosa è stato ed è l'”ambientalismo del fare”.
Parlare di destra e antimodernismo è fuorviante; siamo semplicemente donne e uomini che non accettano di vedere la loro città preda della speculazione e del cemento, non accettano che si possa vendere la salute delle persone per realizzare profitti privati, non vogliono la propria casa danneggiata senza alcuna utilità pubblica, non vogliono vedere il patrimonio urbano, sociale e artistico della loro città venduto e a rischio per gli interessi di pochi maneggiatori delle ruspe, non sopportano di veder sperperate le risorse pubbliche (quindi anche nostre) in opere inutili e/o dannose.
Da anni sui temi delle “grandi opere inutili”, della raccolta dei rifiuti, delle privatizzazioni cerchiamo un confronto da sempre negato; da anni abbiamo elaborato alternative che sarebbero vantaggiose per l'intera società, ma si sono rivolti gli occhi altrove, agli interessi della grande impresa parassitaria e delle banche.
Tutte le giustificazioni alle grandi opere come il Passante TAV di Firenze, si stanno rivelando fasulle:
* fino a poco tempo fa ci sentivamo dire che la linea TAV del Mugello avrebbe collegato Livorno con il Nord Europa, che quella linea avrebbe fatto esplodere il trasporto delle merci su rotaia; ci dica signor Presidente, quanti treni sono merci sono passati dalla linea TAV? Quante tonnellate? Nemmeno una; lo sa vero?
* Abbiamo sentito che le nuove linee e il Sottoattraversamento TAV di Firenze saranno l'occasione per “liberare i binari per i treni regionali”. Quali treni Presidente, se sulla linea che va a Bologna passando da Prato c'è praticamente un deserto, se i treni regionali impiegano 30 minuti in più rispetto agli anni passati? Di quale servizio regionale stiamo parlando, se da anni assistiamo solo a tagli e riduzioni di servizi?
Ci definisce “di destra”; di quale destra o sinistra sta parlando signor Presidente? Noi vediamo che nella follia della corsa al profitto ormai sono immerse anche le “cooperative”, quelle strutture che un secolo fa erano nate come baluardo a difesa del lavoro e dei lavoratori. Vediamo che queste cooperative si muovono con il più spregiudicato cinismo imprenditoriale; stanno realizzando opere che non ci paiono propriamente “di sinistra”, come la basi militari di Sigonella e di Vicenza, oppure raschiano il terreno di Firenze solo in vista dei miliardi che sono stati promessi. Noi non vediamo “destra e sinistra”, ma solo un unico, globale partito degli affari.
Ci viene detto che “grandi opere” e inceneritori creano lavoro
* signor Presidente, è ampiamente dimostrato che la raccolta differenziata spinta con il ‘porta a porta’ - che la civile Toscana continua a non adottare, invece dell'incenerimento - creerebbe molti più posti di lavoro e di miglior qualità a parità di costi, recuperando le materie prime che stanno volgendo sempre più velocemente al termine, riutilizzandole per fare altre cose. Con poche decine di lattine si fa una bicicletta e con poche bottiglie di plastica si può fare una felpa, ma la Toscana in fatto di differenziata e di riduzione è ancora ben al di sotto degli obiettivi che la stessa Regione si è data.
* Lei sa che genere di lavoro è stato quello nei cantieri TAV o della Variante di Valico? Conosce tutti i giochi di appalti e subappalti che hanno finito per ricadere solo sugli ultimi, cioè i lavoratori? Sa che si avrebbero molti più posti di lavoro e di qualità migliore se si decidessero opere necessarie come il potenziamento dei trasporti regionali o la messa in sicurezza del territorio?
Le “grandi opere inutili”, inceneritori compresi, non generano crescita economica, non sono una leva keynesiana per lo sviluppo; al contrario sono solo uno strumento di concentrazione di ricchezza pubblica nelle mani dei pochi costruttori, in stretta sinergia col sistema bancario.
C'è un'ultima illusione che vorremmo togliere: il welfare che lei dice di voler salvare è assolutamente incompatibile con le politiche di privatizzazione, di realizzazione di opere inutili. I soldi che vengono destinati alle infrastrutture inutili e all'incenerimento sono tolti proprio dai servizi per i cittadini, dalla sanità, dal sistema previdenziale, dalla scuola. La modernità di cui Lei si fa campione, signor Presidente è, nella sostanza, la solita ricetta vigente da millenni che vede una minoranza privilegiata arricchirsi sempre di più a scapito della collettività.
Noi capiamo che ormai siamo in vista delle elezioni politiche, ma ci creda, l'unica cosa che dovrebbero fare tutti i partiti, sarebbe quella di ritrovare un po' di credibilità, non di giocare sullo scacchiere di alleanze strumentali.
Nella speranza di avere finalmente un dialogo con Lei e la Sua istituzione, La salutiamo cordialmente.
Coordinamento dei Comitati ATO Toscana Centro
Medicina Democratica, sez. Pietro Mirabelli, Firenze
Comitato Notunneltav Firenze
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lunedì 28 maggio 2012
sabato 26 maggio 2012
XIX anniversario della Strage dei Georgofili
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giovedì 24 maggio 2012
mercoledì 23 maggio 2012
Al Convegno di Firenze l'allarme degli esperti sui rischi del Tav.
Articolo tratto dal quotidiano online Lettera43.
I cantieri della Tav potrebbero portare l’indebitamento fuori controllo.
È stato questo l’allarme lanciato il 22 maggio da un pool europeo
formato da specialisti del settore dei trasporti e professori
universitari, tra i quali il critico Alberto Asor Rosa e l'ex direttore
della Normale di Pisa Salvatore Settis.
ITALIA A RISCHIO SPECULAZIONE.
Un «think tank» che ha inviato al presidente del Consiglio Mario Monti
ed al commissario alla spending review Enrico Bondi un documento che
invita l’Italia a «fermare i progetti ferroviari ‘alta velocita’ a
Firenze e in Val di Susa», perché come «grandi opere» producono «un
notevole aumento del debito pubblico» e renderebbero ancora di più
«l'Italia bersaglio della speculazione internazionale».
Una richiesta giustificata non solo dall'impatto «devastante» che i due progetti avrebbero sul capoluogo toscano e sulla Val di Susa, ma anche dalla «situazione delle finanze dello Stato italiano», che ne «sconsiglia la realizzazione».
Una richiesta giustificata non solo dall'impatto «devastante» che i due progetti avrebbero sul capoluogo toscano e sulla Val di Susa, ma anche dalla «situazione delle finanze dello Stato italiano», che ne «sconsiglia la realizzazione».
FORTE INDEBITAMENTO PUBBLICO.
Nonostante questo, hanno sottolineato a Monti gli autori del documento,
«in un periodo in cui i mercati finanziari si concentrano sul debito
pubblico di Stati come Spagna, Portogallo, Italia, il suo governo
sostiene con forza le grandi opere, che, qualora venissero perseguite,
produrrebbero un ulteriore e notevole aumento del debito pubblico».
LA TAV MANDEREBBE IN ROSSO I CONTI FS.
«Segnaliamo», è stato scritto ancora nella lettera, «che la Troika
(commissione Ue, Bce, Fmi), ha incluso espressamente il debito delle
società statali, come sono le Ferrovie dello Stato, nel debito
complessivo della Grecia. Gli investimenti nei progetti di Av in Italia
aumenterebbero di molti miliardi il debito di Fs e di Rfi. Dunque
l'Italia potrebbe diventare il bersaglio della speculazione
internazionale».
SPAGNA E GRECIA HANNO RINUNCIATO. Il
gruppo di esperti europei nella lettera al presidente Mario Monti ha
ricordato anche come, «a causa della crisi finanziaria», sia il
Portogallo sia la Spagna abbiano deciso di abbandonare quattro grandi
progetti, dei quali tre relativi all'altà velocità: «in Portogallo la
tratta da Porto per Vigo (Spagna) e la connessione Lisbona Madrid. In
Spagna il mantenimento del servizio della tratta Av già costruita
Toledo-Cuenca-Albacete».
Il documento è stato sottoscritto, oltre che Asor Rosa e Settis, anche dai professori Hermann Knoflacher del politecnico di Vienna, Heiner Monheim del'università di Treviri, Rolf Monheim dell'università di Bayreuth.
Il documento è stato sottoscritto, oltre che Asor Rosa e Settis, anche dai professori Hermann Knoflacher del politecnico di Vienna, Heiner Monheim del'università di Treviri, Rolf Monheim dell'università di Bayreuth.
PUNTARE SU TRASPORTI SOSTENIBILI. Il testo
è stato presentato il 22 maggio a Firenze, nell'ambito di un incontro
organizzato dai locali comitati anti Tav al quale ha preso parte lo
stesso Asor Rosa insieme ad alcuni dei docenti stranieri. «La
realizzazione della Tav è un'opera perversa, oltre che diseconomica», ha
detto il critico, «e la lettera 'europea' che presentiamo oggi (il 22
maggio) testimonia che chi vi si oppone non lo fa per interessi
squisitamente localistici, ma perché crede in un modo diverso, più
umano, democratico e sostenibile di concepire i trasporti e gli
interventi infrastrutturali».
PROGETTO DI FIRENZE IRRESPONSABILE. Oltre
alla lettera inviata a Monti, durante l'incontro il think tank ha
presentato una seconda lettera, inviata in questo caso agli
amministratori locali toscani (il presidente della Regione Enrico Rossi,
il sindaco di Firenze Matteo Renzi, il presidente della Provincia di
Firenze Andrea Barducci).
Nella missiva, il programma di costruzione del tunnel Av sotto il capoluogo toscano è definito «irresponsabile», «eccessivamente costoso» e «portatore di danni all'assetto idrogeologico del territorio», mentre viene consigliata l'adozione del progetto della Tav di superficie realizzato alcuni fa nell'ateneo fiorentino.
Nella missiva, il programma di costruzione del tunnel Av sotto il capoluogo toscano è definito «irresponsabile», «eccessivamente costoso» e «portatore di danni all'assetto idrogeologico del territorio», mentre viene consigliata l'adozione del progetto della Tav di superficie realizzato alcuni fa nell'ateneo fiorentino.
lunedì 21 maggio 2012
Brindisi e la democrazia.
Comunicato dell'Ufficio Centrale di Alternativa.
Il
dolore atroce che si rovescia sulla vita civile del nostro Paese, nel
giorno dell’attentato che ha profanato la gioventù di Brindisi, è ancora
una volta l’ingrediente sanguinario che puntualmente si inserisce
dall’ombra nei momenti cruciali della storia nazionale.
Le
bombe che scoppiano fra la gente hanno sempre favorito lo stesso
obiettivo: convalidare un restringimento della libertà in nome della
sicurezza e disinnescare le possibilità di cambiamento democratico
mentre si approntano nuovi equilibri.
L’attentato
di Brindisi, un episodio che si aggiunge alla lunga serie del
terrorismo stragista italiano, emerge come un evento di grande
importanza perché si affaccia tragicamente in un crocevia di crisi
politiche ed economiche che stanno ridisegnando la sovranità, i rapporti
sociali e di potere, la forma stessa del sistema politico: esattamente
come accadde in questi stessi giorni vent’anni fa, quando la strage di
Capaci fu un fatto decisivo nel passaggio drammatico della nostra storia
in cui crollava la cosiddetta Prima Repubblica, un momento di crisi che
travolse vite, carriere, movimenti politici e speranze di rinnovamento,
il tutto in mezzo a stragi, tensioni, ricatti, messaggi trasversali e
misteri mai risolti, che hanno pregiudicato la vita democratica italiana
nei vent’anni successivi.
Alla
vigilia di un netto peggioramento della crisi, al quale la tragedia
economica della Grecia sta per fare da innesco, l’entrata in scena di
questa forma di violenza deve suscitare il massimo allarme democratico.
Non
sfugge a nessuno il fatto che l’attentato stragista è perpetrato
davanti a una scuola intitolata proprio a una delle vittime della strage
di Capaci, Francesca Morvillo Falcone.
Così
come non ci sfugge un’altra singolare coincidenza: è colpita per prima
la città portuale italiana che funge da “porta della Grecia”, quasi ad
aprire simbolicamente una nuova fase in cui convergeranno tutti i
fattori di crisi.
Il
governo Monti-Napolitano, che si è costituito per un grave deficit di
democrazia e ha continuato ad agire su quella strada, appare come il più pericoloso e il
meno adatto a gestire questa fase di crisi: recentemente, di fronte al
crescere delle tensioni sociali aggravate dalle loro scelte politiche, i
governanti hanno fatto presagire una militarizzazione della loro
risposta, accompagnata da indiscriminati allarmi antiterrorismo.
Il
laboratorio politico Alternativa fa appello ai movimenti, ai cittadini,
a tutte le forze popolari che hanno a cuore la difesa della
Costituzione, affinché vigilino e non cedano sulla difesa delle libertà
fondamentali. Con l’obiettivo di avere un governo che non sia gravato
dal deficit di democrazia.
Ufficio Centrale di Alternativa
giovedì 17 maggio 2012
Convegno sulle Grandi Opere
Il Tunnel Tav di Firenze e "Le Grandi Opere Inutili" nella crisi economica globale
Incontro internazionale sulla
politica europea dei trasporti, i corridoi infrastrutturali, le
distorsioni della governance.
Il caso Firenze nell'anomalia
delle
reti ferroviarie europee.
Le “grandi opere inutili”
diventano motore del debito pubblico e della crisi europea.
Le conseguenze sociali della
distruzione dei territori.
Martedì 22 maggio 2012
ore 16
Palazzo Vecchio, Sala delle Miniature
Firenze
Interverranno:
Ornella
De
Zordo, consigliera
comunale, benvenuto
Tiziano
Cardosi,
comitato Notunneltav Firenze,
presentazione
Alberto Asor Rosa,
presidente Rete dei Comitati per la difesa del Territorio.
Introduzione
Winfried Wolf,
coordinatore
“Bündnis
Bahn für Alle”, Berlino. Le
grandi
opere inutili e crisi internazionale
Alberto Ziparo,
coordinatore
della
ricerca sugli impatti del sottoattraversamento TAV di Firenze.
Gli
impatti
ambientali della crisi della politica.
Heiner Monheim,
esperto di
politica
dei trasporti,
Bonn. Critica
dell'”alta velocita”, dei progetti Stuttgart 21 e Firenze
Giorgio Pizziolo,
coordinatore del
progetto alternativo del Passante ferroviario di Firenze.
La risposta dei cittadini alla crisi: la democrazia delle
alternative.
Comitato Notunneltav Firenze.
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Grandi Opere,
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No Tunnel Tav,
ornella de zordo,
territorio,
Tiziano Cardosi,
trasporto pubblico,
Wilfried Wolf
mercoledì 16 maggio 2012
Tav, anche la direttrice dell'Accademia preoccupata per la città di Firenze.
Riprendiamo da l'Altracittà.
I lavori della Tav a Firenze? “Sono molto preoccupata per quello che
potrà accadere, visto quello che è già successo a Bologna e nel Mugello:
mi sembra assurdo esporre una città come questa a rischi del genere,
per un vantaggio solo apparente, minimo, quando altri, in realtà, sono i
veri grandi vantaggi che ci obbligano a subire tutto questo”.
Lo ha detto stamani a Firenze, a margine della presentazione di una
mostra, la direttrice della Galleria dell’Accademia, Franca Falletti,
rispondendo ai cronisti che le chiedevano se avesse paura che le
vibrazioni per gli scavi del tunnel potessero danneggiare l’ospite più
prestigioso del museo, il David di Michelangelo, così come da tempo
ipotizzato dall’architetto Fernando De Simone, esperto di costruzioni
sotterranee. In proposito, Falletti ha spiegato, ribadendo di essere
”più preoccupata per la città” che per la celebre scultura, che,
all’interno della Galleria le vibrazioni possono essere tenute sotto
controllo perchè – ha detto – noi abbiamo un monitoraggio continuo,
quindi nel momento in cui queste aumentassero ce ne renderemmo conto
subito e saremmo anche, immagino, in grado di fermarle”.
”Quello che non può essere fermato invece – è stata poi la
riflessione della direttrice – è il dissesto idrogeologico per il
territorio, che è il rischio più insidioso nella realizzazione del
tunnel e non credo sia stato adeguatamente calcolato, anche perchè per
calcolarlo bisognerebbe conoscere esattamente il terreno su cui poggia
la città e i suoi circondari; e non mi risulta che questa indagine
conoscitiva sia stata fatta”.
lunedì 14 maggio 2012
Antonio Ginetti, militante No Tav, in sciopero della fame da 5 giorni.
Leggiamo su l'Altracittà e riprendiamo:
Sono ormai 5 giorni che Antonio Ginetti fa lo sciopero della fame. Antonio è un militante No Tav e un attivista di tante battaglie, che venne arrestato a Pistoia lo scorso gennaio con accuse pesanti e incredibili. Il carcere è stato presto trasformato in arresti domiciliari, e sembrava una buona notizia. In questi mesi però il giudice torinese non ha voluto alleggerire la misura cautelare perché mancherebbe “presa di coscienza e di critica di quanto commesso”. Logico, dato che Antonio si è sempre dichiarato estraneo ai reati contestati. Ancora, la sua richiesta di un permesso ad uscire per poter lavorare – Ginetti ha una ditta individuale – è stata respinta con la motivazione che: “la dichiarazione di non aver nè orari nè sede rende l’attività incompatibile con la misura domiciliare”. Ma di cosa vive una persona che non può lavorare?
Ecco perché Ginetti ha iniziato lo sciopero della fame, “l’unico strumento in mio possesso per oppormi a questo che considero unicamente un accanimento repressivo”.
Scriveva ieri Antonio:
domenica 13 maggio
inizia il 4° giorno dello sciopero della fame.
Per adesso pare non importi niente a nessuno.
Per quanto mi riguarda non ho da andare a lavorare e non ho da fare altro, per cui posso andare avanti tranquillamente fino a quando mi dovranno considerare.
Il tempo è a mio favore.
Loro hanno l’indifferenza e l’oblio in cui cercano di far morire tutte le opposizioni, io ho solo il mio corpo.
Vedremo se, come blaterano tanto, sono interessati alle persone… o non gliene frega niente di noi.
Per quanto mi riguarda, chi mi conosce sa che quando mi impegno in qualcosa non torno indietro facilmente, almeno fin quando non ho ottenuto il risultato che cercavo.
Ho subito violenze assai più grandi e le ho vinte.
Sono ormai 5 giorni che Antonio Ginetti fa lo sciopero della fame. Antonio è un militante No Tav e un attivista di tante battaglie, che venne arrestato a Pistoia lo scorso gennaio con accuse pesanti e incredibili. Il carcere è stato presto trasformato in arresti domiciliari, e sembrava una buona notizia. In questi mesi però il giudice torinese non ha voluto alleggerire la misura cautelare perché mancherebbe “presa di coscienza e di critica di quanto commesso”. Logico, dato che Antonio si è sempre dichiarato estraneo ai reati contestati. Ancora, la sua richiesta di un permesso ad uscire per poter lavorare – Ginetti ha una ditta individuale – è stata respinta con la motivazione che: “la dichiarazione di non aver nè orari nè sede rende l’attività incompatibile con la misura domiciliare”. Ma di cosa vive una persona che non può lavorare?
Ecco perché Ginetti ha iniziato lo sciopero della fame, “l’unico strumento in mio possesso per oppormi a questo che considero unicamente un accanimento repressivo”.
Scriveva ieri Antonio:
domenica 13 maggio
inizia il 4° giorno dello sciopero della fame.
Per adesso pare non importi niente a nessuno.
Per quanto mi riguarda non ho da andare a lavorare e non ho da fare altro, per cui posso andare avanti tranquillamente fino a quando mi dovranno considerare.
Il tempo è a mio favore.
Loro hanno l’indifferenza e l’oblio in cui cercano di far morire tutte le opposizioni, io ho solo il mio corpo.
Vedremo se, come blaterano tanto, sono interessati alle persone… o non gliene frega niente di noi.
Per quanto mi riguarda, chi mi conosce sa che quando mi impegno in qualcosa non torno indietro facilmente, almeno fin quando non ho ottenuto il risultato che cercavo.
Ho subito violenze assai più grandi e le ho vinte.
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sabato 12 maggio 2012
venerdì 11 maggio 2012
Terra Futura anche quest'anno a Firenze dal 25 al 27 maggio.
Anche quest'anno si terrà la consueta mostra-convegno Terra Futura, che si propone di riunire le migliori energie impegnate nella costruzione di un futuro equo e sostenibili. Personalità provenienti dalla società civile, dalle istituzioni e dalle imprese si danno appuntamento per discutere e per presentare soluzioni riguardo i problemi economici, ambientali e sociali della nostra epoca. Numerosi gli workshop e i convegni nei quali si discuterà di temi di grande attualità quali la riconversione ecologica dell'economia, la qualità del lavoro, il benessere, il rapporto tra legalità ed equità. Saranno presenti tra gli altri Guido Viale, Vandana Shiva, Susan George, Marco Revelli ed Enrico Giovannini. Oltre i dibattiti sarà come sempre allestita un'importante area espositiva, nella quale le imprese attive nel campo delle buone prassi presenteranno ai visitatori prodotti e soluzioni in linea con le esigenze della eco-sostenibilità. Ricco anche il calendario dei laboratori, concerti e rappresentazioni teatrali.
Orari di apertura:
venerdì 9.00/20.00
sabato 9.30/21.00 (padiglioni) – 24.00 aree esterne e animazioni
domenica 10.00/20.00
venerdì 9.00/20.00
sabato 9.30/21.00 (padiglioni) – 24.00 aree esterne e animazioni
domenica 10.00/20.00
Per informazioni più dettagliate consultate il sito di Terra Futura.
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giovedì 10 maggio 2012
Assemblea cittadina contro la privatizzazione dell'ataf.
Salviamo il trasporto pubblico locale, rottamiamo il sindaco Renzi
In preparazione della manifestazione del 19 maggio
VENERDI’ 11 MAGGIO
Viale dei Mille, davanti alla sede di Ataf
Viale dei Mille, davanti alla sede di Ataf
ORE 19:30
Apericena
“contro la vendita del bene comune ataf”
ORE 21,30
Assemblea cittadina
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martedì 8 maggio 2012
Manifestazione contro l'Europa dei padroni
L’EUROPA DEI PADRONI IN VISITA A FIRENZE:
E’ ORA DI REAGIRE, Mobilitiamoci!
Il 9 maggio saranno ospiti alla manifestazione ‘The State of the Union- Europe after Lisbon- Lisbon and Beyond’, organizzata dal comune di Firenze e dall’Istituto Universitario Europeo, il capo del governo Mario Monti, il presidente della Banca Centrale Europea Draghi e il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso.
Non possiamo che contestare l’ennesimo appuntamento di autocelebrazione dei potenti di turno, i quali sproloquieranno sul loro concetto di Europa e di sostenibilità ecologica, mentre di comune accordo stanno distruggendo le condizioni di vita di milioni di studenti, lavoratori, pensionati e disoccupati in Italia e in tutta Europa.
Dalla riforma delle pensioni, che ha lasciato 350.000 persone senza salario nè possibilità di avere una vita dignitosa, fino alla recente riforma del mercato del lavoro che mira, senza remore, allo smantellamento complessivo di ogni forma di tutela per il lavoratore dipendente, reso ricattabile dallo spauracchio del licenziamento con l’abolizione dell’art 18, si arriva alla spending review che, tradotta dalla neolingua montiana, significa tagli selvaggi alla spesa pubblica: dalla sanità all’istruzione, dal lavoro alle politiche abitative, mentre allo stesso tempo si finanziano opere inutili come il TAV, per compiacere palazzinari e ‘ndraghetisti a discapito della salute dei cittadini e dell’ambiente, inquinando falde acquifere e somministrando repressione a chi si oppone.
I sacrifici che ci chiedono (si pensi ai futuri effetti dell’introduzione nella Costituzione del pareggio di bilancio) eseguono in maniera accondiscendente i voleri dei padroni d’Europa, più preoccupati a “far quadrare i conti” e a spianare il terreno alle sanguinarie leggi del profitto, che ad altro.
Infatti, proprio in questo momento, dove l’ultima delle tante crisi strutturali di questo sistema economico si riversa sull’eurozona anche sotto forma di speculazione sui debiti degli stati, industriali e banchieri (coadiuvati dagli apparati statali ed istituzionali) colgono l’occasione per rincarare la dose: da una parte portando un attacco frontale alla classe lavoratrice (art. 18 e attacco al salario) e dall’altro rendendo sempre più precarie le condizioni di vita delle classi subalterne.
Per tutto questo, le misure di austerità imposte dall’Europa e celermente eseguite dal chirurgico governo tecnico dei padroni, non possono che essere osteggiate da chi tutti i giorni la crisi la vive e non se la fa certo raccontare dai media.
Per questo è importante scendere in piazza il 9 maggio, per portare la nostra opposizione, per creare un fronte comune contro chi ci vorrebbe, con la retorica della crisi e della coesione sociale, obbedienti e silenti a qualunque imposizione…
E’ ORA DI REAGIRE!
Perché la loro austerità significa abolizione dei diritti
Perché la loro crescita è sinonimo di sfruttamento
Perché la loro equità è servire gli interessi del Capitale
FUORI MONTI, DRAGHI E BARROSO DA FIRENZE!
COLLETTIVO POLITICO scienze politiche
E’ ORA DI REAGIRE, Mobilitiamoci!
Il 9 maggio saranno ospiti alla manifestazione ‘The State of the Union- Europe after Lisbon- Lisbon and Beyond’, organizzata dal comune di Firenze e dall’Istituto Universitario Europeo, il capo del governo Mario Monti, il presidente della Banca Centrale Europea Draghi e il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso.
Non possiamo che contestare l’ennesimo appuntamento di autocelebrazione dei potenti di turno, i quali sproloquieranno sul loro concetto di Europa e di sostenibilità ecologica, mentre di comune accordo stanno distruggendo le condizioni di vita di milioni di studenti, lavoratori, pensionati e disoccupati in Italia e in tutta Europa.
Dalla riforma delle pensioni, che ha lasciato 350.000 persone senza salario nè possibilità di avere una vita dignitosa, fino alla recente riforma del mercato del lavoro che mira, senza remore, allo smantellamento complessivo di ogni forma di tutela per il lavoratore dipendente, reso ricattabile dallo spauracchio del licenziamento con l’abolizione dell’art 18, si arriva alla spending review che, tradotta dalla neolingua montiana, significa tagli selvaggi alla spesa pubblica: dalla sanità all’istruzione, dal lavoro alle politiche abitative, mentre allo stesso tempo si finanziano opere inutili come il TAV, per compiacere palazzinari e ‘ndraghetisti a discapito della salute dei cittadini e dell’ambiente, inquinando falde acquifere e somministrando repressione a chi si oppone.
I sacrifici che ci chiedono (si pensi ai futuri effetti dell’introduzione nella Costituzione del pareggio di bilancio) eseguono in maniera accondiscendente i voleri dei padroni d’Europa, più preoccupati a “far quadrare i conti” e a spianare il terreno alle sanguinarie leggi del profitto, che ad altro.
Infatti, proprio in questo momento, dove l’ultima delle tante crisi strutturali di questo sistema economico si riversa sull’eurozona anche sotto forma di speculazione sui debiti degli stati, industriali e banchieri (coadiuvati dagli apparati statali ed istituzionali) colgono l’occasione per rincarare la dose: da una parte portando un attacco frontale alla classe lavoratrice (art. 18 e attacco al salario) e dall’altro rendendo sempre più precarie le condizioni di vita delle classi subalterne.
Per tutto questo, le misure di austerità imposte dall’Europa e celermente eseguite dal chirurgico governo tecnico dei padroni, non possono che essere osteggiate da chi tutti i giorni la crisi la vive e non se la fa certo raccontare dai media.
Per questo è importante scendere in piazza il 9 maggio, per portare la nostra opposizione, per creare un fronte comune contro chi ci vorrebbe, con la retorica della crisi e della coesione sociale, obbedienti e silenti a qualunque imposizione…
E’ ORA DI REAGIRE!
Perché la loro austerità significa abolizione dei diritti
Perché la loro crescita è sinonimo di sfruttamento
Perché la loro equità è servire gli interessi del Capitale
FUORI MONTI, DRAGHI E BARROSO DA FIRENZE!
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